Politica
Ventotene, il sindaco Caputi: "Il Manifesto ha avuto una revisione segreta firmata da federalisti spagnoli". La clamorosa rivelazione
L'isola pontina ombelico d'Italia. Il primo cittadino: “Sommerso di telefonate più per Benigni che per Meloni”


Carmine Caputo, sindaco Ventotene. (Foto Latina Oggi)

Ventotene: il Manifesto ha avuto una revisione segreta. Il sindaco Caputo: “Firmata da federalisti spagnoli”
“Il Manifesto di Ventotene? Altiero Spinelli? Quaranta anni fa passai due giorni con lui e da allora sono diventato federalista, perché l'unione è l'unica speranza per l'Europa. E vi dico che esiste anche un Manifesto in versione rivisitata”.
La rivelazione del sindaco Carmine Caputo
Ad affaritaliani.it parla Carmine Caputo, sindaco dell'isola di Ventotene, i cui abitanti ogni giorno all'alba volgono lo sguardo al carcere del Confino di Santo Stefano e che per un giorno sono stati l'ombelico d'Italia, con il dibattito alla Camera sul Manifesto Europeista e l'esibizione di Roberto Benigni in prima serata sulla Rai. Caputo, una lunghissima carriera come segretario comunale da Cuneo a Sabaudia, dal 2022 guida l'isola che fu prima una sorta di enclave nella Provincia di Caserta e, solo dal 1927 in poi, spostata dal Duce in Provincia di Roma, per finire nel 1934 come territorio della neonata Provincia di Latina.
Sindaco, il giorno dopo la bufera del Manifesto, come si sente?
“Oggi c'è caldo, sole, mare calmo e poco vento. E qui si sta benissimo. Ieri sera è stato un po' difficile rispondere a decine di telefonate ma solo dopo Benigni. Per quello che è accaduto alla Camera non mi ha chiamato nessuno”.
Se l'aspettava Ventotene al centro del dibattito politico?
“Venti anni fa ho avuto l'occasione di conoscere Altiero Spinelli in occasione del 40esimo anniversario del Manifesto ed ero appena arrivato da Cuneo. Stetti due giorni con lui. Centro del mondo? Ritengo che la sia sempre stata. A Ventotene vengono dalla Germania e dalla Spagna per conoscere l'isola, la storia del Confino e l'atmosfera in cui è nato il Manifesto ma devo dire che mai abbiamo avuto tanto clamore mediatico come con Meloni e Benigni”.
Secondo lei il pensiero di Spinelli e Rossi è ancora attuale?
“Le faccio un regalo, una cosa che non sa nessuno. Tre anni fa c'è stato un parlamentare europeo che, insieme a un gruppo di Federalisti hanno fatto non dico una "revisione” ma un aggiornamento del Manifesto. Lui era uno spagnolo e di quel documento non so se esistono copie ma se la trovo gliela mando. Io la firmai nel 2022”.
Sindaco, ma questo Manifesto che ha diviso l'Italia lei lo ha condiviso?
“Io sinceramente sono diventato federalista perché è l'unica speranza per l'Europa è delegare la Difesa, l'Economia e io metterei pure il Fisco e la Politica Estera. E poi il voto a maggioranza assoluta per “cambiare” è una cavolata. Ma ci vuole pazienza perché L'Italia non è stata fatta in un giorno solo e anche per l'Europa ci vuole tempo, pretendere che si faccia velocemente è utopica”.
Ma prima di essere Federalista quale politica batteva nel suo cuore?
“Io sono nato Democratico Cristiano e morirò Democratico Cristiano. Oggi difficilmente mi collocherei a sinistra con l'esperienza che ho maturato come segretario comunale”.
Ultima domanda: a che punto siamo con i lavori nel carcere borbonico di Santo Stefano?
“Entro settembre finiremo la messa in sicurezza, poi ci sarà l'appalto per la ristrutturazione vera e propria ma è visitabile su prenotazione in gruppi di massimo 35-40 persone, accompagnati da personale del Comune. E a ottobre faremo un convegno su Ernesto Rossi , è stato sempre un mio cruccio, si parla poco di lui che fu un grande economista”.