Politica
Ventotene maquillage o strategia?
L’incontro dei tre leader di Italia, Germania e Francia a Ventotene, sede del famoso “Manifesto” sull’ Europa di Altiero Spinelli si è svolto con una buona coreografia –la “portaerei” Garibaldi- e una certa presa mediatica che merita un’analisi dei presupposti o delle conseguenze.
I presupposti sono abbastanza semplici e scontati: la crisi non tanto dell’”Europa” quanto della Unione Europea sotto la spinta catalizzante di una immigrazione disperata e disperante che ha preso spesso la forma (o è stata percepita tale) di una “invasione” che i governi non sono riusciti a controllare.
Quello dei migranti è l’elemento catalizzante di un profondo disagio iniziato in realtà nel 2008 con la recessione mondiale che non è ancora passata.
Sommando i due elementi la conclusione è scontata: la UE, come è stata pensata –dai padri di Ventotene- e vissuta non può più esistere e l’uscita della Gran Bretagna (se mai sia veramente entrata) ne segna il suggello.
I temi a cui gli europei vogliono immediate risposte al prossimo vertice (formalmente sulla Brexit) del 16 settembre a Bratislava sono quelli del lavoro e della immigrazione (con la sicurezza come addentellato).
Il quadro geo – politico è fosco e non promette nulla di buono; tanto per cambiare il focolaio di crisi è la zona di un vicino oriente esteso che dalla Siria si allarga alla Turchia fino alla Romania e all’ Iran, con l’orso russo in attesa dello sviluppo degli eventi ed una Cina che ha dato la sua disponibilità militare diretta nel teatro di guerra.
In questa ottica la politica estera di Obama e quindi della attuale candidata democratica Hillary Clinton è stata poco più che fallimentare, essendo, tramite la cattiva gestione delle cosiddette “primavere arabe”, riuscita a destabilizzare l’intera area del Mediterraneo; il primo presidente della storia Usa afro – americano ha fatto invece bene in economia interna, ma questo non ha grandi riflessi globali perché ormai i tassi ci crescita sono strutturalmente bassi e non più trainanti per il resto del mondo produttivo.
In questa complessa ed articolata partita l’Italia –e questa è una notizia positiva- avrà, come previsto dopo l’uscita del Regno unito, un peso maggiore e forse sono davvero passati i tempi, come dice Renzi, dei sorrisini ironici tra la Merkel e Sarkozy.
Tuttavia per i tre leader di Ventotene, si avvicinano preoccupanti impegni elettorali con i partiti e i movimenti populisti sempre più forti e questo finirà per condizionare pesantemente il loro agire; la partita è aperta, ma è una partita particolarmente difficile, forse la più complessa dalla fine della seconda guerra mondiale.