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Politica
Verdini gate, tensione nella Lega. I fedelissimi di Salvini si interrogano
Matteo Salvini a Firenze

Verdini gate, alta tensione nella Lega. Le ripercussioni 

Il Verdini gate continua a tenere banco nel dibattito pubblico. In particolare in quello politico. La notizia dei domiciliari del cognato del ministro Salvini starebbe infatti portando "alta tensione" nella Lega. Lo scrive il Fatto Quotidiano che sottolinea come anche a Palazzo Chigi sia scattato il campanello d'allarme per un ipotetico "coinvolgimento politico". Si teme che nelle carte possano uscire "nomi del governo".

Il Fatto fa notare poi che questo autunno, "proprio Salvini aveva firmato un decreto per dare al commissario straordinario della Superstrada SS 106 Ionica, l’ex Ad di Anas Massimo Simonini, un potere di spesa di 3 miliardi in 15 anni". Simonini è indagato per corruzione insieme al cognato di Salvini, Tommaso Verdini. Una scelta che non preoccupa solo i vertici della Lega, ma anche quelli di Fratelli d’italia: Salvini è pur sempre il vicepremier del governo Meloni.  "La presidente del Consiglio, scrive ancora il Fatto, è cauta, ma preoccupata, dicono fonti a lei vicine. L’insistenza di Tommaso Verdini era nota sia ai leghisti sia a Palazzo Chigi, tant’è che la regola non scritta era quella di mostrarsi molto prudenti di fronte a richieste e contatti col figlio di Denis. Il timore è che nelle carte dell’inchiesta possano uscire nomi di esponenti di governo di primo piano". 

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"Denis, sottolinea il Fatto, ha lasciato il carcere di Rebibbia dopo 80 giorni di reclusione, durante i quali una lunga processione di politici (Salvini in testa) è andata a portargli solidarietà e a raccogliere i suoi consigli nell’imminenza della crisi del Conte bis. Da gennaio 2021 Verdini padre sconta i domiciliari nella villa fiorentina di Pian dei Giullari. La sua prolifica attività sociale però non è cessata: Denis si è allontanato in diverse occasioni dalla magione familiare per tornare a Roma, grazie ai permessi medici, per farsi visitare dal dentista di fiducia, ma secondo la procura capitolina avrebbe violato i domiciliari per vedere manager e politici". 

"Al solito Pastation del figlio Tommaso, Denis ha incontrato l’ex Anas Simonini e l’imprenditore Vito Bonsignore. Ma a quei tavoli si è seduto anche un deputato leghista, Federico Freni, sottosegretario all’economia. A domanda del Fatto, l’ingenuo Freni a settembre rispose che non sapeva nulla delle regole dei domiciliari di Denis. Ora i frenetici incontri promossi da padre e figlio rischiano di essere la chiusura del “cerchio tragico” della famiglia allargata Verdini-salvini", conclude il Fatto. 

 

 

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