Politica
Via della Seta, Lega divisa e Salvini deve mediare. La mappa del Carroccio
Via della Seta, Lega Cina contro Lega America. Ecco chi sta con chi. Tutti i nomi
La Via della Seta sta mostrando in maniera plastica una nuova divisione nella Lega di Matteo Salvini. Oggi la contrapposizione è tra filo-americani e filo-cinesi. In cima alla lista di chi si schiera al fianco degli States c'è sicuramente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti che, reduce dal viaggio Usa, ha affermato proprio ieri che verranno messi dei "paletti" al memorandum con Pechino. Al fianco del numero due del Carroccio c'è sicuramente Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno.
Con Giorgetti e con gli Usa quindi molto cauti sulla Via della Seta anche Giulio Centemero, capogruppo leghista in Commissione Finanze della Camera e soprattutto tesoriere di Via Bellerio. Tra gli 'amici degli americani' anche Raffaele Volpi, sottosegretario alla Difesa, Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri, il deputato milanese Fabrizio Cecchetti e il bergamasco Cristian Invernizzi, futuro Commissario della Lega Salvini premier in Calabria. Ascrivibili nella categoria 'moderatamente' pro-Usa ci sono il vice-ministro all'Economia Massimo Garavaglia e Dario Galli, sottosegretario allo Sviluppo Economico.
Dalla parte della Cina, quindi a favore dell'adesione alla Via della Seta, ci sono sicuramente Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo Economico in quota Lega che si è direttamente occupato del dossier. Al suo fianco Claudio Borghi, presidente della Bilancio della Camera ed economista noto per le sue posizioni anti-euro. Anche Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti è tra i favorevoli all'accordo con Pechino. Moderatamente filo-Cina il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, il sottosegretario all'Interno, il sottosegretario al Lavoro e papà di quota 100 Claudio Durigon e il presidente della Commissione Finanze del Senato Alberto Bagnai.
C'è poi una categoria di leghisti 'neutrali' che non si schierano e cercano un compromesso tra le due posizioni. Sicuramente ci sono i capigruppo Massimiliano Romeo (Senato) e Riccardo Molinari (Camera). Tra i 'neutrali' anche Guido Guidesi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti con il Parlamento, Alessandro Morelli, presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera,Armando Siri, sottosegretario ai Trasporti e alle Infrastrutture nonché papà della flat tax e Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia. 'Neutrale' anche le ministre Giulia Bongiorno (Pubblica Amministrazione) ed Erika Stefani (Autonomie Regionali).
A Matteo Salvini, segretario e ministro dell'Interno-vicepremier, il compito di trovare una mediazione tra le varie anime del partito. Ovvero, probabilmente, sì al memorandum ma con attenzione su certi dossier e senza mettere in discussione i legami con Washington.