Politica

Virus e spostamenti, annullata a Messina l'ordinanza sullo stretto di De Luca

Tuttavia il primo cittadino di Messina, De Luca, non intende arretrare dalle sue posizioni: "E' più facile mandarmi via che annullarla"

Virus e spostamenti, annullata a Messina l'ordinanza sullo stretto di De Luca. Ma il primo cittadino prosegue: "E' più facile mandarmi via che annullare l'ordinanza. Cacciatemi"

Lo Stretto come un cappio. Lo avverte così il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che su quella striscia di mare è pronto a giocarsi la sua fascia tricolore. Denunciato per vilipendio dal ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, responsabile secondo il primo cittadino di un "depistaggio di Stato che ha impedito di fermare realmente gli sbarchi in Sicilia" - con auto e persone "che per troppo tempo sono approdate senza problemi, compresa la Renault 4 con artisti di strada che giunta dalla Francia continua a scorazzare indisturbata nell'Isola" - adesso subisce un nuovo colpo: il parere del Consiglio di Stato contro la sua ultima ordinanza. Così sbotta: "Vogliono ammazzare il sindaco di Messina. Ma per uccidermi non basta il parere autorevole del Consiglio di Stato. Questa ordinanza è in vigore e resta valida... è più facile mandarmi via, rimuovermi dalla carica di sindaco che annullarla. Volete farmi fuori? Non mi piego a questo delitto di Stato".

Quel che è certo è che il Consiglio di Stato ha espresso con la massima urgenza, parere favorevole sulla proposta del ministero dell'Interno per annullamento, in via straordinaria, dell'ordinanza comunale che ha imposto a "chiunque intende fare ingresso in Sicilia attraverso il porto di Messina, sia che viaggi a piedi sia che viaggi a bordo di un qualsiasi mezzo di trasporto l'obbligo di registrarsi, almeno 48 ore prima della partenza, nel sistema di registrazione on-line www.sipassaacondizione.comune.messina.it, fornendo una serie di dati identificativi e di informazioni personali, e di attendere il rilascio da parte del Comune di Messina del nulla osta allo spostamento. Al parere seguirà una deliberazione del Consiglio dei ministri che dovrà essere recepita con decreto del presidente della Repubblica.

Altro che colpo di Stato... - rincara la dose De Luca - si vuole prendere di mira chi non è d'accordo con loro. Fate prima a revocarmi. Non mi fermo di fronte a questa pistolettata, pronti a fare le nostre mosse e i nostri ricorsi". Stamane, nel primo giorno di applicazione dell'ordinanza, si è presentato al porto per i controlli, precisando che si tratta di un avvio transitorio in vista della piena applicazione programmata per sabato prossimo.

Lo scorso 26 marzo il titolare del Viminale aveva segnalato all'autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina perché censurabili sotto il profilo della violazione dell'articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate). Una assunta "a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell'immagine per l'intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari. Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione - avevano sottolineano dal ministero dell'Interno - le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all'indirizzo del ministero dell'Interno, appaiono inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini - e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore - alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti". Il successivo 3 aprile la procura ​di Messina ha chiesto l'autorizzazione a procedere al ministro della Giustizia. E la partita sullo Stretto si fa sempre più insidiosa e decisiva per De Luca, detto 'Scateno'.

Coronavirus: sindaco Messina,"Vogliono uccidermi, mi rimuovano"

 "Il ministro Lamorgese dovrebbe dimettersi", ha proseguito De Luca, "faremo tutti i percorsi del caso dopo avere analizzato quel parere. L'ordinanza è valida e in vigore: ancora qui a Messina e in Sicilia per entrare devono registrarsi alla banca dati. Il Consiglio dei ministri dovrà riunirsi e scommetto che lo farà presto perché prima mi mettono il bavaglio, meglio è per loro. Vado avanti finché non vedo il decreto del Presidente della Repubblica che avalla la decisione del Consiglio dei ministri. Mi vogliono ammazzare, altro che colpo di Stato... si vuole prendere di mira chi non è d'accordo con loro. Fate prima a revocarmi. Non mi fermo di fronte a questa pistolettata, pronti a fare le nostre mosse e i nostri ricorsi". Stamane De Luca, nel primo giorno di applicazione dell'ordinanza, si è presentato al porto per i controlli, precisando che si tratta di un avvio transitorio in vista della piena applicazione programmata per sabato prossimo.

"Vogliono ammazzare il sindaco di Messina. Ma per uccidermi non basta il parere autorevole del Consiglio di Stato. Questa ordinanza resta valida... è più facile rimuovermi dalla carica di sindaco che annullarla. Volete farmi fuori? Non mi piego a questo delitto di Stato. In via d'urgenza, in 24 ore, in piena emergenza coronavirus, il Consiglio di Stato è stata costretto, su pressione del ministro dell'Interno, che mi ha denunciato per lesa maestà, a emettere un parere. Si vogliono uccidere i sindaci e il sottoscritto che siamo stati eletti, a differenza sua, dai cittadini". Lo ha detto il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ​a proposito della decisione del Consiglio di Stato che ieri sera ha espresso con la massima urgenza, parere favorevole sulla proposta del ministero dell'Interno, per annullamento, in via straordinaria, dell'ordinanza comunale che ha imposto a "chiunque intende fare ingresso in Sicilia attraverso il porto di Messina l'obbligo di registrarsi, almeno 48 ore prima della partenza.