Politica
Sgarbi: "Mi dimetto da sottosegretario alla Cultura". E attacca Sangiuliano
L’annuncio a margine di un evento a Milano: “Effetto immediato, lo comunicherò a Meloni”
Vittorio Sgarbi choc: "Mi dimetto da sottosegretario alla Cultura". L'annuncio
Alla fine, dopo l'insistenza di molti, sono arrivate. Parliamo delle dimissioni annunciate da Vittorio Sgarbi durante l'evento "La Ripartenza" organizzato da Nicola Porro a Milano da sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. “Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni”.
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Le reali motivazioni della decisione è ancora presto per dire quali siano, certo questo pare essere l’epilogo politico di una vicenda che continua sotto il profilo giudiziario, con l’inchiesta – attualmente in mano alla procura di Macerata – legata al quadro di Manetti rubato nel 2013, e che ha avuto una deriva mediatica, dopo le urla e gli insulti l'intervista volgari che Sgarbi ha rivolto al giornalista Manuele Bonaccorsi di Report. Proprio a tal proposito, durante l'evento, Sgarbi ha risposto a chi gli chiedeva che immagine arriva all'estero di lui dopo l’inchiesta pubblicata da Report: “Dobbiamo chiederlo all'estero. Il sottosegretario non ha rilasciato nessuna intervista, quindi, quelle erano immagini rubate”. Per Sgarbi “uno nel suo privato può dire quello che vuole. Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque”, ha aggiunto. “Non rifarei l'intervista anche perché - ha concluso - non l'ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo”.
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Sgarbi choc: "Mi dimetto da sottosegretario alla Cultura". E attacca il ministro Sangiuliano: "Contro di me inviate lettere anonime all'Antitrust"
“Mi dimetto e lo faccio per voi” ha detto Sgarbi durante la sua lecture su Michelangelo, spiegando che “l'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che ha accolto due lettere anonime inviate dal ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro. Ecco perchè adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario".
“È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo”. La legge “consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto” ossia “che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l'attore, chi non fa il professore, chi è in pensione come professore e come sovrintendente. Io ho fatto occasionalmente, le occasioni possono anche essere quotidiane, conferenze come questa”. Questa conferenza, “secondo quello che l'Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge”. Quindi, “per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari e io - ha concluso - riparto” e “da ora in avanti potro andare in tv e fare conferenze", ha concluso Sgarbi.
Poi precisa: "Il ministro San Giuliano non l'ho sentito, non ci parliamo dal 23 ottobre, quando mi ha dato la delega per andare a occuparmi della Garisenda. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all'Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime”. L'Antitrust “dice 'dalle lettere anonime che abbiamo ricevuto', le ha inviate il ministro. Tutto quello che hanno dichiarato arriva da lettere anonime”.
Sgarbi choc si dimette: "Sono oggetto di una persecuzione mediatica evidente"
"Sono oggetto di una persecuzione mediatica evidente" con "ricostruzioni inesistenti su questa supposta incompatibilità con 65 articoli. L'altro giorno c'erano 5-6 articoli contro di me e una vignetta di Mannelli dove mi si dava della testa di c..zo e anche trasmissioni televisive con ricostruzioni inverosimili su dipinti acquistati come se uno fosse colpevole di acquistare dipinti. Su questo c'è stata un’azione precisa per portarmi alle dimissioni”. “Non avrei ceduto alla richiesta di dimissioni sulla base di insinuazioni o di pettegolezzi con lettere anonime che il ministro manda all'Antitrust. Ho detto che mi sarei dimesso, e lo faccio, quando l'organo preposto avesse riconosciuto l'incompatibilità”. “La procedura che avrei usato io è: uno riceve una lettera anonima, chiami la persona che lavora con te e gli chiedi cosa c'è di vero. Nel senso che le lettere anonime criminalizzano atti come questa conferenza (da Porro, ndr)”.
“Pongo il problema anche per Nordio, che questa sera parla. Se sono incompatibile io, chiunque faccia una conferenza da ministro o da sottosegretario, è incompatibile”. “L'Antitrust ha ritenuto le indicazioni di lettere anonime come delle indicazioni credibili e ha dichiarato l'incompatibilità - ha spiegato ancora - Io ne ho avuto notizia verso le 14.30. Ho preso l'aereo e quando sono sceso, il tempo di meditare quale scelta fare, ho pensato di fare questa conferenza libero. Questa è la prima conferenza della nuova stagione in cui non c'è incompatibilità, altrimenti non l’avrei potuta fare”.
Sgarbi: “Ringrazio Meloni, sempre stata garantista”
“Ringrazio il governo e in particolare la Meloni di non avermi chiesto niente, neanche queste dimissioni, e di avere detto di aspettare l'indicazione dell'Antitrust. L'indicazione è arrivata, si può impugnare, ma è arrivata. A questo punto mi tolgo di scena, ringrazio Meloni e i colleghi di governo, perché non hanno chiesto una anticipazione. Fino a oggi Meloni è sempre stata garantista. In questo momento non le chiedo niente, le invierò la lettera questa sera”.
“Farò certamente ricorso al Tar perché si dica comunque che io avevo non avevo un’altra professione, ne avevo solo una: essere Sgarbi, essere uno storico dell’arte ed è per questo che sono diventato Sottosegretario alla Cultura". A chi gli chiedeva se fosse dispiaciuto ha detto. “Non è che mi mancano le risorse, ho molti amici”.