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Scuola, famiglia musulmana ritira la figlia: non è conforme al Corano

Alessandro Frezzato

L’iniziativa partita in una scuola dell’infanzia nel quartiere di Porta Palazzo a Torino, era nata proprio con l’intento di promuovere e facilitare l’integrazione tra i ragazzini di differenti etnie. Alla prima assemblea di classe dell’anno però, lo zio di una ragazzina marocchina, intervenendo  con i genitori della fanciulla, ha dato il via alla battaglia contro l’iniziativa medesima.

Le maestre della scuola hanno subito reagito all’attacco dei parenti della bambina, parlando della buna qualità del progetto, battezzato “Crescere in Orchestra” e testimoniando il grande entusiasmo dimostrato dagli scolari nell’accogliere la proposta dell’iniziativa stessa. Ma non c’è stato verso: i famigliari non ne hanno voluto sapere di accettare questo progetto, per via del fatto che la musica non è in linea con le prescrizioni coraniche.. 

Le insegnanti hanno detto di aver avuto l'impressione di una vera e propria organizzazione preventiva dei genitori per contrastare il progetto e hanno temuto che lo zio della piccola potesse trovare altri "seguaci". Anche se, ha detto la preside Concetta Mascali, "ci sono state diverse famiglie arabe che si sono subito dissociate". D'altra parte, qualche giorno fa l'imam di Vicenza è stato espulso dopo aver convinto i bambini a tapparsi le orecchie per non ascoltare le lezioni di musica che sarebbero "peccato". 

Va innanzitutto precisato che il Corano non vieta esplicitamente la musica, ma se mai è l’interpretazione tendenzialmente radicale che fa una parte del mondo islamico del testo sacro, mettendo così i bastoni tra le ruote a un percorso d’integrazione, voluto dalla stragrande maggioranza degli immigrati musulmani nati o cresciuti in occidente.