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PD, il Merluzzo mediterraneo e le reti pescatrici da riparare

Dal manifestarsi dell’ultima crisi del PD ero alla ricerca di uno spunto che sintetizzasse in modo semplice e diretto la situazione di milioni di ex ed attuali militanti e di ex ed attuali sostenitori del fu “partito dei lavoratori”, magari non più comunista.  Per intenderci, il partito che rappresentava le fasce popolari e più povere della nostra giovane nazione.

poveri

Naturalmente, non bisogna aver fatto un master all’École des hautes études en sciences sociales de Paris, o persino avervi insegnato, per sapere che la società è cambiata e che non esistono più né gli operai né la classe che li identificava nella mappatura della struttura sociale contemporanea.

Tuttavia, se sono sparite le classi non sono evaporate le persone ed i loro problemi, con le relative difficoltà di ogni ordine e grado. Infatti, contrariamente a quanto è dato pensare, le persone che affollano ormai la parte più povera e bisognevole della architettura sociale si è vieppiù ingrossata, come in molti affermano. Una sostanziale parte, di quella che un tempo veniva considerata classe media, è scivolata verso il basso.

Con estrema semplicità, ci sono sempre più persone povere o quasi povere, e sempre più élite e gruppi ristretti di ricchi più ricchi. Anche questo, lo si sapeva e lo ripetono da tempo in tanti.

Ora, il minimo che uno si aspetta da un partito o fusione di partiti che rappresentavano milioni di poveri o quasi tali, dalla fine del secondo conflitto mondiale fino agli agi degli anni ’80, è che riprese bandiere e ideali, si battesse strenuamente per riconquistare qualche brandello di equità sociale. Cosa sperabile e raggiungibile solo attraverso una migliore e più efficace distribuzione della ricchezza.

Pertanto, uno si immagina che il PD pensi, lotti e si impegni per politiche di massima equità: che ridistribuiscano la ricchezza, fino a raggiungere l’ultima periferia, dell’ultimo sobborgo, dell’ultimo sottoscala urbano, affinché gli esclusi, gli indigenti, gli incapienti, gli abbandonati, gli invisibili e gli insignificanti tornassero a riconquistare gradi di dignità.

Invece, sono anni che con una costanza degna della più alta ed evoluta idiozia, questo partito tradisce le sue radici, i suoi aficionados ed ogni forma e fattispecie di popolo basso, per assecondare un manipolo di pseudo intellettuali (i nomi sono più che noti), che si diverte ad applicarsi in giochi di potere e strategie di alta politica, ad esclusivo vantaggio personale o dei diversi gruppi di potere.

Enrico Letta Nicola Zingaretti Pd

Un gruppo dirigente va ed uno viene, un segretario si dimette ed uno nuovo ne arriva, ma le idee, i contenuti, il linguaggio restano sempre gli stessi. I discorsi di insediamento e di commiato sono praticamente sovrapponibili da decenni, senza differenze né nuovi percettibili sussulti.

Poi ci si meraviglia se i partiti di centrodestra fanno il pieno di voti nei quartieri popolari. Essi, infatti, non vanno in giro a parlare di fuffa, discutono dei problemi reali delle persone, ovvero della loro sussistenza, delle loro condizioni di vita diuturne. Contrariamente al PD, che trascorre il suo tempo in amene discussioni sui grandi temi dei DIRITTI CIVILI, che pure servono, o dei DIRITTI DELLE MINORANZE che anche necessitano; invece nulla proferisce sulla difesa delle condizioni di vita della maggior parte delle persone che peggiorano di ora in ora.

poveri mensa

Ma che discorso è prima le donne, prima i giovani, prima gli immigrati? Ma ci sarà pure un “Merluzzo”, che baccalà suona offensivo, in questo cappero di partito che riesca a dire PRIMA LE PERSONE, che significa di per sé niente distinzioni, etichettature o distinguo? Perché nel momento in cui classifichi, già discrimini.

Allora, si riesce a trovare un Merluzzo diverso, che nuoti fuori dalle correnti, che riesca ad imporre una politica volta all’equità sociale e alla ridistribuzione più giusta ed umanamente accettabile della ricchezza? Un Merluzzo che scacci i mercanti dal tempio e indirizzi ogni azione politica in favore di quelli che abbisognano di più o che hanno di meno in ogni senso? Insomma, qualcuno che voglia difendere e prendere a cuore quelle moltitudini di persone che ormai non hanno più niente, neanche un futuro in cui sperare? Non c’è cosa peggiore che un partito nato dai poveri, per i poveri, comandato dai ricchi, che fingono di difendere i poveri.

poveri Francesco

Dunque, ce lo avete questo Merluzzo fuori serie che prenda il coraggio a due mani ed inizi a dire ed a fare quello che veramente serve? Perché se siete, invece, senza Merluzzi il coro che rischia di levarsi tra le fila dei vostri ex o contemporanei sostenitori, correrà sulle note di una grande voce del Sud. quella di Pino Daniele (Nero A Metà): lo stesso chi mi ha suggerito lo spunto: perché i grandi artisti vedono prima e dicono meglio di tanti soloni le cose come stanno:

Nun me scuccià' coi tuoi discorsi intellettuali senza onestà
Nun me scuccià' cerca di stare almeno un'ora senza parlà

A che serve stà' accussì sempre 'ncazzati, ma po' pe chi,
Nun me scoccià' chiù tanto muore pure tu.

Tanto muore pure tu!

(ennio.tangrosso@virgilio.it)

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Pubblicato in precedenza: Luigi Quaranta: ‘Per il PD di Enrico Letta ci vorrebbe anche un giornale’

                                             Enrico Letta: ‘Serve un nuovo PD e non certo un nuovo Segretario’

                                              Gilda Binetti: 'Letta sta al PD come Draghi sta all'Italia'

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    partito democratico pd reti pescatrici poveri ricchi operai lavoratori riparare merluzzo società italia







    
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