Fisco e Dintorni
Rottamazione Quater: nuova chance per i decaduti
![Avv. Matteo Sances Avv. Matteo Sances](/static/upl2024/matt/0007/matteo_sances9.jpg)
Avv. Matteo Sances
Novità nella notte per la Rottamazione Quater, sono riammessi i contribuenti decaduti ma occorre fare richiesta entro il 30 aprile. Per l’Avv. Matteo Sances “Attenzione ai vecchi contributi Inps, potrebbero essere prescritti e quindi NON DOVUTI”.
Svolta ieri sera sul nuovo emendamento inserito nel decreto cd. “Milleproroghe” sulla Rottamazione Quater presentato dal Governo per riammettere i contribuenti decaduti alla data del 31 dicembre 2024.
Secondo tale emendamento i contribuenti già decaduti (perché non hanno pagato le precedenti rate della rottamazione) dovranno presentare una nuova richiesta di adesione entro il prossimo 30 aprile.
Secondo quanto trapela dal Governo, in caso di riammissione alla rottamazione, il contribuente dovrà corrispondere le somme dovute aumentate di un tasso di interesse del 2% a decorrere dal 1° novembre 2023 e provvedere al pagamento nel seguente modo:
- in una unica soluzione entro il 31 luglio 2025,
- oppure nel numero massimo di dieci rate consecutive, di pari ammontare, con scadenza rispettivamente:
le prime due il 31 luglio e il 30 novembre del 2025,
le successive il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre degli anni 2026 e 2027.
Abbiamo chiesto le prime impressioni all’Avv. Matteo Sances, il quale fa presente che “Riammettere i contribuenti decaduti mi sembra una buona notizia per tante famiglie in difficoltà e che purtroppo non sono riuscite a sostenere il peso delle rate della rottamazione. Detto ciò, da tempo insieme a varie associazione abbiamo segnalato la dubbia legittimità di alcune richieste contributive molto datate poiché potrebbero essere prescritte e dunque non più dovute”.
Continua l’Avv. Sances “Spesso i contribuenti non sanno che se i debiti contributivi sono prescritti (ossia più vecchi di 5 anni senza che gli enti si siano adoperati a richiederli) NON POSSONO essere pagati e se pagati vanno restituiti (Cass n.23367/2016). Sul punto, segnalo anche la sentenza del Tribunale di Lecce n.2460 del 21.09.2022 che non solo ha annullato una richiesta Inps da 36000 euro ormai prescritta ma ha addirittura condannato Inps a restituire quasi 50.000 euro incassati illegittimamente proprio perché troppo vecchi e non più dovuti (sentenza visibile su www.studiolegalesances.it - sez. Documenti). Detto ciò, ritengo sarebbe stato quanto meno opportuno che gli enti avessero verificato la prescrizione delle cartelle contributive prima di permettere la rottamazione”.