Pillole d'Europa
FONDI EUROPEI PER COSMESI, STORIA E DONNE, LAVORATORI
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI
In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: ci sono fondi europei per il settore cosmesi? Laura Cometti
Risposta: sì. Ci sono già anche diversi progetti europei nel settore della cosmesi come il progetto AlBioEco (Valorization of innovative bioeconomical potential along biobased food and botanical extract value chain in the Alpine Space) cofinanziato nell’ambito del programma europeo INTERREG Alpine Space, coordinato dalla Città di Sigmaringen (Germania) e che ha la collaborazione di tredici partners di cinque Regioni dell’Arco Alpino (Germania, Austria-Tirolo, Italia-Piemonte e Alto Adige, Francia e Slovenia).Il progetto AlpBioEco intende promuovere lo sviluppo di una bioeconomia sostenibile nelle vallate alpine con la creazione di nuove opportunità di business attraverso la valorizzazione di nuovi prodotti e relativi sottoprodotti a base di mele, noci, erbe alpine; in questo progetto gli scarti delle mele piemontesi ad esempio diventano base per una linea innovativa di cosmetici. Di recente al concorso europeo “I giovani e le scienze" con il loro ”Progetto “SEP: estrazione sequenziale di fitopigmenti e polifenoli da fiori di iris e zafferano” le studentesse Anna Carraro e Chiara Cofone dell’ ITIS Enrico Fermi di Mantova hanno presentato una soluzione che incrementa la resa e la facilità di estrazione sequenziale di polifenoli e fitopigmenti, come ad esempio i carotenoidi, da diverse specie arboree, con particolare attenzione ai fiori di iris (Iris Pumila), e zafferano (Crocus Sativus). Con il loro studio, premiato dalla Commissione europea e dalla Fast- Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, attraverso dati e analisi per l’estrazione di fitopigmenti e polifenoli hanno individuato la presenza di altre sostanze interessanti per la scienza, nel campo della cosmesi come i fitochimici estratti correlati al licopene, sostanza con elevata capacità antiossidante. Si segnala anche il progetto europeo ACTT4Cosmetics, dal valore di 3.6 milioni di euro, cofinanziato dall’Unione Europea nel contesto del programma Horizon Europe, di un consorzio di sette partner. E’ iniziato a maggio 2023 e durerà cinque anni, promuove la collaborazione tra ecosistemi europei dell'innovazione nel campo della cosmetica per progetti di innovazione collaborativa. Si segnala anche la start up City Lab Cosmetics con sede a Milano in corso Garibaldi che realizza esperienze nel suo laboratorio e aiuta gli utenti a comprendere come si crea un cosmetico; spiega, passo dopo passo, come si crea un lipstick, un fondo tinta, una crema e un siero viso personalizzati, insieme al suo staff di formulatori cosmetici presso il laboratorio; attraverso l’analisi del mix pelle/occhi/capelli, fa scoprire alle persone in modo esperienziale e personalizzato le tonalità in grado di valorizzare e di esaltare i colori naturali del viso con una analisi di armocromia. Lo staff è giovane, preparato. Il finanziatore è Angelo Mario Moratti. Hanno nove dipendenti di cui cinque formulatrici; puntano molto a ricerca e sviluppo; hanno validato un modello flag-ship shop e stanno pensando ad ingrandirsi, aprendo in futuro altre sedi. Gianmarco Mammì, ceo, laureato alla Università Cattolica di Milano, con master alla Bocconi, è stato, in particolare, per più di tre anni, Presidente del consiglio di amministrazione di una srl del settore cosmesi in precedenza, e punta molto sui giovani che formano presso la sede di City Lab a Milano. Ci sono inoltre diversi fondi comunitari ad esempio per sviluppare servizi digitali nella cosmesi e ne hanno beneficiato diverse start up in Unione europea, eppure da una ricerca recente le donne italiane preferiscono i negozi fisici agli e-commerce per l’acquisto di prodotti di bellezza e la motivazione principale è che dicono di voler testare i prodotti di persona (55 per cento) e prediligono prodotti naturali. Tra le start up innovative c’è anche Serum Lab che utilizza circa il 98 per cento di materie prime di origine naturale, niente alcool, parabeni, olio di palma, prodotti OGM, derivati del petrolio, siliconi, o coloranti, che realizza prodotti gluten free, niente allergeni tranne quelli del latte, hanno packaging ecosostenibile e utilizzano solo siero proveniente dalla filiera del Parmigiano Reggiano. Uniscono i benefici di un cosmetico antico come il siero di latte, alle moderne tecnologie di cosmetica naturale con una linea di trattamenti di bellezza innovativi, privi di acqua e con una concentrazione elevatissima di siero di latte solo italiano.
Domanda: ci sono progetti europei per evidenziare il ruolo delle donne nella storia? Elvira Fuccone
Risposta: sì. C’è ad esempio il progetto europeo denominato “Women's Legacy : Our Cultural Heritage for Equity“, è coordinato dalla ricercatrice e professoressa Ana López Navajas ; ha come obiettivo rispondere a una comune esigenza europea di recuperare i contributi culturali delle donne e collocarli nel posto che spetta loro all’interno dei materiali educativi per riconoscere il loro ruolo di soggetto protagonista della cultura e della storia. Creerà una banca dati su attività, indicazioni e informazioni sulle donne e le loro opere e contributi, classificate per materie e livelli dell’istruzione secondaria; creerà tre cataloghi di opere e frammenti di opere di autrici femminili negli ambiti musicale, letterario e artistico; un corso di formazione continua su “Le donne che mancano nelle STEM”, rivolto ai docenti e ai futuri docenti della scuola secondaria.
Domanda: ci sono fondi e progetti europei per i sindacati? Luca Darello
Risposta: sì. Ci sono fondi della Commissione europea e vari progetti già cofinanziati per le associazioni e organizzazioni di lavoratori. C’è anche un bando europeo aperto. La Commissione europea cofinanzia infatti progetti inerenti misure di informazione e formazione a favore delle organizzazioni dei lavoratori, e si può fare domanda entro il 10 aprile 2024. L’obiettivo della call è rafforzare la capacità delle organizzazioni dei lavoratori e aiutarle ad affrontare, a livello europeo e transnazionale, le nuove sfide correlate ai cambiamenti nel mondo del lavoro e al dialogo sociale. Saranno selezionati progetti per una attuazione, a livello comunitario o nazionale, di accordi autonomi delle parti sociali conclusi a livello dell'Unione Europea; attuazione dei programmi di lavoro dei Comitati di Dialogo Sociale Europeo esistenti; misure che contribuiscano ad affrontare le sfide occupazionali, sociali ed economiche identificate nel Pilastro europeo dei diritti sociali; modernizzazione del mercato del lavoro, creazione di posti di lavoro e occupazione giovanile, occupazione nelle pmi; nuove forme di lavoro, compresa la creazione di innovative piattaforme di lavoro. Il bando finanzierà attività quali conferenze, seminari, tavole rotonde, studi, sondaggi, pubblicazioni, corsi di formazione, sviluppo di strumenti di formazione, creazione di reti, sviluppo e scambio di migliori pratiche. I progetti possono essere presentati singolarmente o in consorzio. Il bando ha un importo complessivo di cinque milioni e 916.552 euro e ogni progetto approvato può ottenere sino ad un massimo di 700mila euro.
Domanda: ci sono fondi europei per migliorare la sicurezza sulle strade e la viabilità? Ludovica Vincaro
Risposta: sì. In Unione europea ci sono importanti investimenti per aumentare la sostenibilità della rete transeuropea dei trasporti con progetti dalle linee ferroviarie, alle nuove piattaforme logistiche multimodali, alle applicazioni intelligenti e interoperabili, alla sicurezza stradale. I bandi europei aperti hanno un importo totale di sette miliardi di euro. Con i fondi del PNRR (300 milioni di euro) si punta al miglioramento e sicurezza della mobilità e dell'accessibilità in Italia. Ci sono fondi europei non tanto per fare città a 30 all'ora, ma per fare piste ciclabili più sicure, strade larghe che abilitino anche il passaggio di vigili del fuoco e ambulanze fuori dal traffico, corsi per la ”patente dei pedoni” , la “patente dei ciclisti” e corsi di aggiornamento per chi ha già la patente. Il primo motivo di incidente per chiunque transiti sulle strade (dal pedone, al ciclista, auto etc..) è infatti il non rispetto delle regole di transito, il secondo è la distrazione (in primis dovuta a telefonini), il terzo è il non rispettare la distanza di sicurezza (che devono rispettare anche i ciclisti), il quarto motivo è l’aumento di persone che guidano senza patente o con patente ma senza equilibrio psico-fisico o senza una formazione continua. Ci sono diversi corsi per le scuole come il progetto Erasmus plus ROadEDucatiOn per il potenziamento dell’educazione civica e della sicurezza stradale, perché il problema non è se passi tu o passo io, ma quando e come si transita nel rispetto reciproco sia che si sia pedoni, ciclisti, guidatori di autobus, camion o altro.