Pillole d'Europa
RICERCHE E GIOVANI SU PANNELLI FOTOVOLTAICI, BIOPLASTICHE E AMBIENTE
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI

Andrea Bellini, Manuel Vanoni, dell'I.S. Fermi di Mantova premiati dalla FAST- Commissione europea per il progetto CaPo sui pannelli fotovoltaici a Milano
di Cinzia Boschiero
Domanda: c’è un problema di gestione, di necessità di massimizzazione e di miglioramento per l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici, ci sono dei progetti europei in merito? Luca Guspino
Risposta: sì. Ci sono diversi progetti e ricerche del settore. Di recente è stato presentato un progetto denominato “Cuando el sol se oculta” realizzato da tre studenti Chiara Cuminal, Ibrahem Elhanfy, Matteo Moioli del Liceo scientifico aeronautico “Locatelli” di Bergamo che consente di recuperare energia luminosa nella fascia oraria dall’alba al tramonto applicando una sottile lente convergente di Fresnel flessibile. Hanno vinto di poter partecipare a MOSTRATEC, Mostra internazionale della scienza e della tecnologia, Novo Hamburgo (Brasile), 22-26 ottobre.
I giovani hanno realizzato un prototipo e la strumentazione per le misure ed hanno evidenziato che con la lente di Fresnel si ottiene un guadagno di circa il 12 per cento. Inoltre c’è un progetto denominato “CaPo” ideato dagli studenti Andrea Bellini e Manuel Vanoni dell’I.S. “Enrico Fermi” di Mantova che è una soluzione innovativa per la protezione dei pannelli fotovoltaici dai danni causati dalla grandine. Hanno vinto di partecipare a Regeneron ISEF, fiera internazionale della scienza e della ingegneria, Columbus (Ohio - Usa), 10-16 maggio. Si tratta di un sistema automatizzato con una copertura efficace che si attiva solo quando necessario riducendo al minimo i costi operativi e il consumo energetico, dotata di una integrazione tra sensori e previsioni meteo. La soluzione ideata protegge i pannelli senza compromettere la loro efficienza energetica. I due progetti sono stati di recente presentati a Milano in occasione del concorso europeo EUCYS- selezione italiana “I giovani e le scienze 2025” della Commissione europea, che viene ogni anno realizzato dalla FAST – Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche.
Domanda: aumentano i residui di farmaci nelle acque, a livello europeo c’è qualcuno che se ne sta occupando di questo rilevante problema? Nicola Vinciterra
Risposta: sì. Stando ai dati europei il settore sanitario è responsabile del 4,4 per cento delle emissioni globali di CO2 e, oltre ad avere un'impronta di carbonio significativa, i prodotti farmaceutici hanno un impatto ambientale molto rilevante in quanto i residui di quelli che assumiamo per via orale, come antibiotici, ormoni e analgesici, vengono rigettati nei fiumi e nei terreni come sostanze attive ed hanno un impatto negativo sulla fauna selvatica, sull'ambiente e pure sulla nostra salute. Gli ecosistemi acquatici sono sempre più inquinati dai residui farmaceutici provenienti dalle abitazioni, dalle industrie che producono medicinali, dall'agricoltura intensiva o dagli ospedali. Con una nuova direttiva europea sul trattamento delle acque reflue urbane, la Commissione europea sta lavorando anche per ridurre l'impatto ambientale dei farmaci, estendendo il sistema di responsabilità pure ai produttori di farmaci. Inoltre si segnala che è stato presentato di recente a Milano alla FAST – Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche al concorso europeo EUCYS-selezione italiana “I giovani e le scienze 2025” della Commissione europea, un progetto intitolato GAMPH, realizzato da tre studenti Gioele Gregoriano, Riccardo Parozzi, Monica Agostina Picciolo dell’Istituto Tecnico Industriale G.Omar di Novara che mira proprio a rimuovere i residui di farmaci dalle acque tramite foto-catalizzatori sviluppati da loro incorporati in supporti galleggianti di argilla espansa e bacche di liquidambar, che ne facilitano il recupero e il riutilizzo. Hanno vinto una medaglia d’argento al concorso europeo – selezione italiana “I giovani e le scienze 2025”. Durante l’esposizione alla luce, i catalizzatori attivano processi di degradazione chimica dei farmaci, riducendone la concentrazione, senza generare sottoprodotti tossici. La tecnologia è già stata testata con esiti positivi ed è stata premiata per la qualità. Con la riforma farmaceutica la Commissione europea propone di rafforzare ulteriormente la valutazione del rischio ambientale, già obbligatoria per tutte le aziende farmaceutiche che immettono i loro farmaci sui mercati dell'Unione europea.
Domanda: si parla molto di bioplastiche ma sono realizzate in modo ecosostenibile e ci sono fondi europei per progetti che le riguardino? Lisa Dasperio
Risposta: sì. E’ stato presentato di recente a Milano un progetto realizzato da tre studentesse Alessia Deana, Sofia Disint, Silvia Molaro dell’I.S.I.S. “Arturo Malignani” di Udine proprio sulle bioplastiche. Nello specifico le tre giovani hanno ideato bioplastiche grazie a materie prime di scarto come il glutine e la lecitina e per la realizzazione di pellicole di bioplastiche pertanto utili come cerotti idrosolubili, come rivestimento di prodotti che debbano essere rilasciati in acqua, come sostituenti dei parafilm, in quanto risultano essere ecosostenibili e con una maggiore resistenza. Il progetto è stato premiato a Milano in occasione della 36° edizione del concorso europeo EUCYS -selezione italiana “I giovani e le scienze 2025” organizzato dalla FAST – Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche ogni anno per la Direzione Generale Ricerca. Hanno vinto di poter partecipare all’EXPO SCIENCES BELGIO, Bruxelles (Belgio) a marzo 2026 rappresentando l’Italia con il loro importante progetto.