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Sanremo, l'ex patron del Festival su Amadeus: "Come uomo è inesistente"
Il giornalista Adriano Aragozzini ha fortemente criticato la gestione dell'ultimo direttore artistico della kermesse musicale
Aragozzini su Amadeus: "Sanremo? Solo musica americana copiata. Come artista non lo discuto, ma come uomo è inesistente"
Adriano Aragozzini, organizzatore del Festival di Sanremo dal 1989 al 1993, ha da poco festeggiato il matrimionio della figlia, che è stato celebrato da Piero Chiambretti. "Sono manager di un tenore meraviglioso che voglio lanciare, Giuseppe Gambi", ha raccontato a Libero.
Il produttore discografico ne approfitta per dare la sua visione del Festival: "L’arrivo di Carlo Conti il prossimo anno a Sanremo è un fatto positivo per la musica italiana. Ha stile, classe, categoria. Può fare benissimo e mi dà fiducia. Perché il signor Amadeus, tanto celebrato per questo “miracolo d’ascolti”, ha americanizzato il Festival. Se va a vedere gli ascolti della Rai, nel mio Sanremo del 1989 non c’è stata una serata che Amadeus abbia battuto, ma nessuno lo ha scritto".
Aragozzini quindi continua la sua invettiva nei confronti dell'ultimo direttore artistico della kermesse che a breve passerà al Nove: "Ha sicuramente riportato i giovani al Festival, cosa giusta. Ha scelto il meglio che c’è sui social, ma la musica italiana non è quella e non era rappresentata. Quella degli ultimi Festival è musica americana copiata. Il problema è che gli autori italiani e quelli americani hanno Dna differenti. Amadeus come artista non lo discuto, ma come uomo è inesistente".
Aragozzini ha poi raccontato alcuni dei suoi rimpianti come nel caso di Lucio Dalla, che gli fu presentato da Gino Paoli: "Ci siamo seduti al bar della Tiburtina. Arriva un signore basso, con il basco, vestito malissimo, con l’accento bolognese, aveva la mano sudata. Io all’epoca facevo il giornalista alla Rizzoli. Un giorno mi chiama Gino sempre per Dalla: 'Ma io non posso occuparmi di Dalla, non ho tempo', tagliai corto. Tergiversai. E la cosa tramontò. Bene: Dalla ebbe successo dieci anni dopo: feci una figuraccia, ma non grave". Una cosa molto simile avvenne invece con Renato Zero: "Dopo poco vendette con il primo album un milione e mezzo di copie".