Il Sociale
Adolescenti nigeriane e dall'Est: i "piccoli schiavi" del 2015
Sfruttamento sessuale per le giovani nigeriane e molte adolescenti dell'Est, quest'ultime spostate dai loro paesi in Italia anche per essere sfruttate in borseggi e furti in appartamento. Sfruttatti sul lavoro i minori egiziani non accompagnati , il cui numero - in diminuzione nei primi mesi del 2015 sta registrando nuovamente una crescita. sono i tanti volti delle vittime della tratta raccontati nel Dossier 2015 "Piccoli schiavi invisibili - Le giovani vittime di tratta e sfruttamento" di Save the Children, organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti - diffuso oggi alla vigilia della Giornata Onu in ricordo della schiavitu' e della sua abolizione(23 agosto).
Il fenomeno della tratta si conferma persistente e colpisce soprattutto i minori migranti: dal 2012 ad oggi sono 1.679 le vittime accertate, di cui una quota significativa è costituita da minori. In particolare, dal 2013 al 22 giugno 2015 sono 130 i minori vittime di tratta inseriti in progetti di protezione: la Nigeria il principale paese di provenienza, seguita da Romania, Marocco, Ghana, Senegal e Albania. Le giovani vittime sono forzate soprattutto a prostituirsi e sfruttate sessualmente ma si rilevano anche altre forme di tratta e sfruttamento, quale quello in attivita' illegali, in particolare fra le adolescenti di origine rom e romena, in associazione, spesso, a matrimoni precoci, e lo sfruttamento lavorativo fra i minori migranti, in particolare egiziani. Tra i minori vulnerabili e a rischio anche i minori afgani ed eritrei in transito nel nostro paese. Sono 7.357 i minori migranti arrivati in Italia via mare da soli dall'inizio dell'anno.
"La tratta e lo sfruttamento di bambini e adolescenti rappresenta uno dei risvolti piu' drammatici dei fenomeni migratori e nel momento in cui l'Italia e l'Europa sono chiamate a prendere decisioni chiave per le sorti di tanti migranti in arrivo, ricordiamoci che, fra di essi, ci sono centinaia di minori inseriti in circuiti di feroce sfruttamento o che rischiano di caderci e che quindi dobbiamo riuscire a intercettare, accogliere e proteggere adeguatamente, assicurando loro anche percorsi di scolarizzazione ed integrazione che diano un'alternativa al lavoro sfruttato", dichiara Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. (Redattore sociale)