Il Sociale
Psicologi offrono sedute via Skype per gli italiani a Parigi
Per gli italiani che vivono a Parigi nasce una task force di psicologi volontari. Offrono un servizio di psicoterapia gratuito, via skype. "Abbiamo pensato agli impatti psicologici degli attacchi" su chi abita nella capitale francese, spiegano sul sito www.psiche.org, e "abbiamo pensato che un italiano a Parigi forse desidera esprimere le sfumature delle sue emozioni nella sua lingua". L'idea è di Francesco Boz, fondatore del sito Psiche e di Francesco ‘M’ Zurlo, psicologo psicoterapeuta, padre della Psicolùogia.
“La task-force - spiega Francesco Zurlo - agisce su un duplice piano. Da un lato aiutare chi è stato coinvolto direttamente o indirettamente nei terribili eventi. Dall’altro lato non dobbiamo dimenticare l’eterna legge della prospettiva umana, per cui ciò che è più vicino è più grande. Chiunque può andare ad un concerto o entrare in un bar: è questo che ci fa sentire in pericolo. Entriamo così nel paradosso della sicurezza. Iniziamo ad evitare tutto ciò che potrebbe celare un rischio, ma questo conferma e accresce la paura; la nutre finché l’intera mente è invasa dal terrore e non c’è più posto dove trovar rifugio.
Nella strategia per la lotta al terrorismo, questo è il modo in cui noi ci alziamo in piedi e impugniamo le armi. Sono armi strategiche e intelligenti, non armi che uccidono”. Gli altri due psicologi della task force sono Norberto Costa e Emilio Gerboni, ma l'idea è aperta a tutti gli psicologi e gli psicoterapeuti che desiderano dare il proprio contributo. Chi desidera un aiuto non deve fare altro che scrivere a info@psiche.org per fissare un appuntamento. “Dopo i fatti di Parigi - spiega Francesco Boz - il mondo si è attivato su internet e sui social media. Questa trasposizione virtuale della realtà è forse l’aspetto più caratterizzante della nostra epoca. Non sempre, tuttavia, assistiamo a un utilizzo efficace delle potenzialità di internet. Eppure il mondo 2.0 apre possibilità che prima erano impensabili, e noi abbiamo deciso di sfruttarle in modo costruttivo e non distruttivo” (da redattoresociale.it)