Il Sociale
Traffico degli organi: se si regolamentasse il fenomeno?
Si sta allargando la fetta di persone favorevoli alla regolamentazione della vendita degli organi per contrastare il traffico. Le loro argomentazioni sono le seguenti:
visto che nel mercato illegale di diversi paesi in via di sviluppo del mondo gli organi sono già in vendita, perché non dar luogo a un sistema di regolamentazione che compensi i donatori per estrema necessità, in modo equo e garantendo loro maggiore sicurezza? Praticamente in linea con la posizione del Premio Nobel per l’economia statunitense “Alvin Roth”.
Esiste già una nazione nel globo che dall’lontano 1990 permette la donazione dei reni in cambio di compenso economico, ed è l’Iran. Il paese arabo, infatti, decise di monetizzare (se così si può intendere) i donatori di reni, piuttosto che prendersi carico dei costi elevatissimi che le persone in dialisi comportano alla sanità. Il sistema iraniano prevede che il governo si deve prendere l’onere delle spese necessarie per il trapianto, che di solito si realizza negli ospedali universitari, nel caso in qui il destinatario non ha le possibilità economiche per poterle affrontare e inoltre come ulteriore incentivo viene concesso ai donatori l’esonero dalla leva militare obbligatoria. Quindi se un paese con non poche lacune sui diritti umani come l’Iran- si chiedono i fautori della regolamentazione del mercato- ha costituito un sistema che è riuscito ad azzerare le liste d’attesa e il mercato illegale, perché non replicarlo in nazioni avanzate sui diritti civili e umani?
Inevitabilmente un discorso di questo tipo può determinare dei timori e/o delle reazioni di tipo contrario, però se come pare, il risultato e quello dell’eliminazione delle liste d’attesa per i trapianti e delle spese notevoli, che le persone sottoposte a dialisi comportano alla sanità, forse varrebbe la pena fare una seria riflessione a tal proposito.