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Arianna Errigo, l'Ital-volley femminile: i crolli rosa alle Olimpiadi di Rio 2

Olimpiadi di Rio 2016: che flop Arianna Errigo e la nazionale di pallavolo femminile

Arianna Errigo fuori dalle medaglie nel fioretto femminile ("Sono crollata") e il flop della nazionale di volley femminile: due brutte notizie dalle Olimpiadi di Rio 2016

Volley, terzo ko per le azzurre, oggi 0-3 contro Olanda - Le azzurre del volley hanno perso anche contro l'Olanda, per 3-0. Per la squadra di Marco Bonitta si tratta del terzo stop in altrettante sfide, dopo i ko contro Serbia e Cina (sempre per 0-3), in questi Giochi olimpici di Rio 2016. Al Maracanazinho nel match di oggi Del Core e compagne si sono arrese con i parziali di 21-25 20-25 20-25.

La delusione di Arianna Errigo, "sono crollata, era l'anno buono" - Arianna Errigo ci aveva fatto la bocca per quattro anni. Da quella finale olimpica a Londra, persa contro l'amica-rivale Elisa Di Francisca e che le valse un argento mai del tutto digerito. Ai Giochi di Rio si presentava da grande favorita, anche piu' della campionessa jesina, dopo una stagione straordinaria con quattro successi su otto tappe di Coppa del Mondo e il titolo agli Europei di Torun. Dopo l'esordio vincente per 15-9 sulla vietnamita Thi Anh Do, la 28enne fiorettista brianzola, oro a squadre ai Giochi del 2012 e iridata nel 2013 e 2014, si e' arenata davanti ad un avversario non certo irresistibile, la 21enne canadese Eleanor Harvey, argento ai Mondiali junior 2014 e 2015 ma con scarsa esperienza internazionale. L'azzurra sembra avere la situazione sotto controllo ma sul 10-5 in suo favore si blocca, tanto che la nordamericana mette a segno un clamoroso parziale di otto stoccate a zero, portandosi sul 13-10 prima di chiudere 15-11. "Da stamattina non mi sentivo bene, non sono riuscita a gestire la tensione, cosa che mi contraddistingue negli appuntamenti importanti - racconta in lacrime la carabiniera lombarda - Oggi non e' stato cosi'. Gia' nel primo assalto non ho tirato libera, indipendentemente dal risultato. E nel secondo appena c'e' stato un momento di difficolta', anche se era il momento in cui stavo tirando meglio, sono crollata".

Difficile analizzare un black-out durato tanto a lungo: "Mi e' mancata la lucidita', gia' nel primo assalto mi sentivo distrutta. Siccome mi alleno da un anno per questa gara, se al primo assalto ho il fiatone e sono viola in faccia, vuol dire che ho sbagliato qualcosa. Cosa? Non lo so, difficile ora trovare la ragione". "Forse, per come sono fatta io, non ho fatto quanto basta ma troppo, e questo mentalmente mi ha anche appesantito - prosegue - Non sono una macchina da guerra, una atleta che si deve allenare tantissimo, sempre: forse non mi sono lasciata degli spazi per recuperare, come sono abituata a fare, ma questa era l'Olimpiade e pensavo di prepararla cosi'". Anche il nome non altisonante della giovane rivale dell'Ontario, poi eliminata nei quarti dalla tunisina Boubakri, non ha dato quello stimolo in piu': "Questa era una prova particolare, anche a livello tecnico un assalto cosi' per entrare negli otto forse e' piu' semplice rispetto a qualsiasi altra gara. Evidentemente non l'ho affrontata bene dal punto di vista delle aspettative. Non perche' gli altri mi caricassero, ma perche' pretendevo tanto da me stessa: sapevo che questo era l'anno buono, poteva essere decisivo per l'eta', per l'esperienza e per il percorso che ho fatto". E poco c'entra, sempre secondo la sua analisi, il fatto che da gennaio si alleni da sola: "Se non sono arrivata in fondo a questa gara non credo sia stato per la scelta del coach ne' per un problema tecnico. Ne sono convinta anche perche', per come sono fatta io, un maestro deve avere un rapporto che va al di la' di ogni cosa. A questa eta' devi avere fiducia prima nella persona e poi in quello che ti trasmette. Se viene a mancare il rispetto reciproco con un maestro, puo' essere anche il piu' bravo al mondo, ma io preferisco perdere una medaglia d'oro. Con Giulio Tomassini (l'ex maestro, ndr) e' venuto mancare rispetto? Si'". "Come ci si allena da soli? Ho ritrovato un mio equilibrio, mi sono fatta aiutare dal mio ragazzo, anche lui schermidore (Luca Simoncelli, ndr), per alcuni aspetti tecnici e tattici. Ho colmato cosi', poi in nazionale c'era Fabio Galli che mi aiutava". A 28 anni, Errigo ha comunque una vita sportiva davanti, con i Giochi di Tokyo 2020 all'orizzonte: "Sono giovane e posso rifarmi? Mah, giovane non piu'... Penso che questa era l'eta' perfetta per fare bene. Sicuramente a Tokyo vorro' arrivare, pero' ora e' la cosa che mi interessa meno".