Sport

L'Atalanta crede nello scudetto dal maggio scorso. I retroscena

Il mercato della scorsa estate racconta che il primo posto degli orobici non è un caso

di redazione

I segreti dell'Atalanta da Scudetto

Quando lo scorso 22 maggio a Dublino l'Atalanta aveva da poco sollevato l'Europa League qualcuno, dentro lo spogliatoio in festa, pronunciò la frase: "e adesso lo Scudetto". Parola che a Bergamo è proibita, da sempre, ma che domenica scorsa per la prima volta nella storia i tifosi hanno scandito a squarciagola. Quel grido, quella sera, frutto dell'entusiasmo però è diventato qualcosa di molto concreto nei giorni e nelle settimane successive quando, nel silenzio più assoluto, è partito il "progetto Scudetto"

Analisi e Mercato

Due i pilastri del ragionamento della proprietà, di Gasperini, dei collaboratori e della squadra. 1) Siamo forti. Il successo nella seconda competizione della Uefa battendo due corazzate come Liverpool e Bayer Leverkusen ha fatto scattare qualcosa nella testa del gruppo che ha prima compreso e poi accettato di essere una formazione ormai di altissimo rango, di prima fascia. 2) Al tempo stesso la stagione '24-'25 che andava a cominciare vedeva di fatto tre grandi, Milan, Napoli e Juventus in fase di totale ricostruzione tecnica ed un Inter forse non più con la stessa fame del campionato precedente che portò la seconda stella.

A Bergamo quindi hanno capito di potercela fare, di potersela giocare davvero fino in fondo. Così hanno cominciato a ragionare ed operare di conseguenza, partendo come sempre dal mercato. Tutti sanno che fare affari con i Percassi è cosa complessa. Solo loro a tenere sempre il coltello dalla parte del manico, loro a fissare il prezzo, loro a decidere chi parte e come. 

Prendete ad esempio la situazione legata a Koopminers. L'olandese aveva ricevuto una sorta di promessa di cessione l'estate precedente e a Bergamo gli impegni si rispettano. Ma alla cifra richiesta: 60 mln. La Juventus ha provato a giocare al ribasso per settimane e settimane, partendo da 35 mln. Niente da fare: 60 era la richiesta e da lì non si scende. A nulla sono valsi i certificati medici del giocatore per ammorbidire i nerazzurri. Così alla fine del mercato Giuntoli è stato costretto a mettere sul piatto 57 mln, bonus compresi, per portarsi via il giocatore. Che comunque non veniva ritenuto indispensabile tanto che, incassato l'assegno della Juve, ecco l'operazione "lampo" per prendersi il sostituto (e che sostituto...) Samardzic, dall'Udinese.

Non solo. Guardate invece cosa è stato fatto per Lookman; dopo la sua doppietta in quella notte di Dublino sull'attaccante dell'Atalanta si era fiondato il Paris Saint Germain con il suo portafoglio illimitato. Il 27enne nigeriano però era ritenuto incedibile e così, malgrado anche qualche capriccio del giocatore che voleva arrivare ad una rottura con il club, la trattativa non è di fatto mai partita. Per lo scudetto Lookman era ed è ritenuto pedina insostituibile.

Lo stesso si può raccontare per uno degli altri segreti in campo della squadra di Gasperini: Ederson, il centrocampista equilibratore della squadra, tutto tecnica, cervello, polmoni. Tante big si sono presentate alla porta di Zingonia per avere informazioni e sondare il terreno: tutta gente respinta al mittente, con eleganza ed altrettanta fermezza.

Ultimo tassello riguarda l'attacco: un minuto dopo la notizia dell'infortunio a Scamacca che lo avrebbe tenuto fuori di fatto per l'intera stagione l'Atalanta ha aperto occhi e portafoglio andando ad accaparrarsi in un battibaleno Mateo Retegui.

Poche idee ma chiare. Basi solide e innesti di livello. L'Atalanta non è prima per caso ed ormai non è più un segreto.

TUTTE LE NEWS DI SPORT