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'Sinner sta cannibalizzando il tennis. Alcaraz? Nessun passo in avanti' - L'intervista a Paolo Bertolucci post trionfo all'Australian Open
Sinner re dell'Australian Open 2025, Paolo Bertoluci ad Affaritaliani.it: "C'è un uomo solo al comando, nettamente al comando. Alcaraz? Colpi fenomenali, però manca la continuità. E Joao Fonseca..."
'Sinner sta cannibalizzando il tennis. Alcaraz? Nessun passo in avanti' - L'intervista a Paolo Bertolucci post trionfo all'Australian Open 2025
Il day after è dolcissimo per chi ama il tennis azzurro: Sinner ha conquistato il suo secondo Australian Open consecutivo, oltreché terzo Slam in carriera (va aggiunto lo Us Open 2024 dove mise ko in finale Taylor Fritz) diventando il primo italiano capace di mettere in bacheca 3 titoli Major in singolare.
Di più. Jannik torna da Melbourne con l'aura di autentico dominatore del tennis mondiale. E la sensazione di tanti, forse tutti, è che siamo solo all'alba di una nuova era. Chi mai avrebbe creduto negli anni di dominio targato Djokovic-Nadal-Federer che il testimone alla fine di un'epoca leggendaria, sarebbe stato consegnato a un tennista italiano? Sogni che si sono trasformati in realtà. Realtà che sta superando i sogni più belli.
Al di là della classifica Atp, dove Sinner conduce con distacchi siderali sul duo Zverev-Alcaraz, il dominio del campione altoatesino va al di là di numeri e statistiche da record: Jannik ha trasmesso a tutti una sensazione di superiorità evidente nel corso delle due settimane a Melbourne.
Affaritaliani.it ne ha parlato con Paolo Bertolucci, indimenticabile moschettiere della Davis vinta nel 1976 e fuoriclasse al microfono con le sue telecronache tv su Sky.
Paolo, questo Sinner apparentemente imbattibile all'Australian Open 2025, a tuo parere non sta quasi cannibalizzando il tennis mondiale?
"Sì, indubbiamente. C'è un uomo solo al comando. Nettamente al comando. Si pensava che magari in questi ultimi due-tre mesi, con la preparazione invernale e via dicendo, la forbice si potesse accorciare. Invece, al di là della finale di ieri, penso a quello che ha detto Zverev dopo la partita... 'Ho lavorato come un pazzo, ero convinto ma... niente da fare sei troppo forte'. Quando il numero due del mondo dice queste cose, presumo che per il numero otto-nove-dieci-undici del ranking Atp sia notte fonda"
In questo Australian Open secondo te Sinner ha 'aggiunto' qualcosa al suo tennis, o al suo modo di stare in campo?
"Due cose. La prima è quando lui ormai entra in campo. C'è un'aura che contraddistingue i fenomeni: per loro è vero che tutti ci provano come dei pazzi - perché se ti battono mettono questa tacca la pistola e sono a posto tutta la vita - però al tempo stesso, non dico che entrano in campo battuti, ma psicologicamente lo soffrono già come presenza. E questa è questa cosa dal punto di vista psicologico terribile per gli altri naturalmente"
La seconda cosa invece...
"Dal punto di vista tecnico, come sempre le vittorie ti danno ancor più fiducia, ancor più sicurezza. Lui è convinto, quando gli serve, di riuscire a fare il punto. E così è. Se pensiamo alla finale con Zverev, ha avuto un attimo che era 0-30 sul proprio servizio e ha fatto due aces. Se fosse stato avanti 30-0 magari non li avrebbe fatti. Mentre in quella situazione di svantaggio, quei due punti gli servivano e ha messo giù due prime vincenti. E poi, lavorando in continuazione, è migliorato nel servizio, nel gioco di volo, nella risposta. Aggiungo una cosa..."
Prego...
"Jannik giocherà a tennis molto meglio fra quattro-cinque anni rispetto a oggi, come hanno fatto i Nadal, Djokovic e Federer, che ha trent'anni hanno sempre espresso un tennis molto più completo rispetto a quando ne avevano 24-25. Quindi accadrà anche a lui la stessa cosa. E questo è un grosso problema per gli avversari"
A chi ti senti di paragonare questo Sinner?
"Lui è l'evoluzione di Djokovic. Ruud recentemente ha detto 'Io con Djokovic perdo sempre, ma gioco a tennis, con lui perdo sempre e non gioco'. Questo lo ha detto il numero 5 del mondo. È l'evoluzione, perché come tipo di tennis assomiglia molto. E' meno elastico fisicamente, ma come caratteristiche di gioco è molto simile a Nole. Però c'è un dato secondo me che è molto importante..."
Quale?
"Tira più forte e riesce a tenere una percentuale di errori più o meno simile a quella di Djokovic. D'altronde, come Nadal era l'evoluzione di Borg sulla terra battuta, sul cemento sicuramente Sinner è quella di Djokovic"
Parliamo di Alcaraz. Questo Australian Open è stato un passo indietro per il tennista spagnolo?
"Non so se è un passo indietro, perché credo che anche l'anno scorso avesse fatto uguale. Non ho visto passi in avanti. Sempre colpi fenomenali, match fenomenali o tornei fenomenali - perché l'anno scorso ha vinto due Slam - ma non c'è continuità. E quindi alla fine del 'campionato' - ossia l'annata sportiva - lui sta dietro per forza. Perché Sinner al contrario di Alcaraz raccoglie punti ovunque: nella 'tragedia', ma proprio nella 'tragedia', fa semifinale. Se no vince i tornei. Invece Carlos inciampa spesso, ti fa dei secondi turni, dei quarti di finale. Quindi vuol dire gettare via migliaia di punti. Ora non so qual è la differenza, ma è abissale credo che ci siano due Slam di distacco, più di 4000 punti. Una roba veramente fuori dal mondo. E sarà praticamente impossibile per lui recuperare da questo punto di vista. Può farlo sul match singolo, sul singolo torneo. Lui è in grado di vincere Wimbledon, Parigi... perché se trova le due settimane è l'unico capace di entrare in campo alla pari con Sinner. Poi però non mi può andare ad Halle a perdere al secondo turno. Altrimenti il distacco, ri-aumenta..."
Nella logica dei magnifici tre, in stile Djokovic-Nadal-Federer, questo Australian Open forse ha fatto intravedere il terzo incomodo tra Sinner e Alcaraz, ossia il talento brasiliano Joao Fonseca che tutti considerano un predestinato. E a Melbourne ha vinto al primo turno, al suo esordio in uno Slam, contro un top 10 del calibro di Rublev, dandogli 3 set a 0...
"E' presto..."
Lo aspettiamo nel medio periodo?
"Io dico due anni, poi magari arriva anche prima. Che abbia tutte le caratteristiche, tutte le qualità non si discute, ma d'altronde si torna al discorso di Alcaraz: lo spagnolo a 17 anni sapevamo che sarebbe arrivato ai vertici. E Fonseca sicuramente diventerà un grande giocatore: però...
Però?
"Fra diventare un grande giocatore o un fenomeno c'è un ulteriore passo. Vediamo se poi Fonseca avrà la fame, la dedizione al lavoro, la continuità, la costanza ad esempio che ha Sinner. Senza queste cose sarà numero due-tre, ma non sarà numero uno. Se poi invece, col talento che ha, avrà le stesse caratteristiche o più o meno simili rispetto a quelle di Sinner, allora se la giocherà sicuramente alla pari"