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I "bidoni" dell'Inter, da Pancev a Taremi
La stagione fallimentare dell'iraniano è l'ultima di una lista di "fiaschi" nerazzurri da non dimenticare

Da Pancev a Taremi, i bidoni dell'Inter
La storia dell’Inter è costellata di grandi campioni ma anche dall’arrivo di diversi giocatori che hanno deluso in maniera clamorosa le aspettative, al punto da diventare oggetto di scherno e satira per anni ed anni. Insomma, dei veri e propri “bidoni”. Ultimo della lista l’iraniano Taremi ormai da 4 in pagella fisso e bersagliato dai tifosi in maniera plateale ad ogni occasione. Ecco la lista dei principali flop di mercato della storia nerazzurra (in ordine sparso)
MEHDI TAREMI
Il centravanti iraniano è arrivato all’Inter nell’estate del 2024, dal Porto, preso a parametro zero da Beppe Marotta e Piero Ausilio. Al contrario di altri giocatori di esperienza e a fine contratto (uno su tutti: Chalanoglu) che hanno fatto la fortuna dei nerazzurri, l’attaccante 32enne non ha mai dato l’apporto sperato. Da riserva di lusso del duo Martinez-Thuram è diventato un vero e proprio problema. Insicuro, incerto, molle, mai cattivo sotto porta, Taremi ha inanellato una serie di 4 in pagella da fare storia spegnendosi sempre più con il passare delle partite in cui viene coperto dai fischi e dagli insulti dei suoi stessi tifosi.
DARKO PANCEV
Nel 1992 l’Inter acquista dalla Stella Rossa di Belgrado un attaccante, anzi, il centravanti che nell’anno precedente aveva vinto la “Scarpa d’Oro”, il premio per il giocatore che in Europa aveva segnato più gol: Darko Pancev. In Serbia era una vera e propria macchina da gol, al punto da guadagnarsi l’appellativo di “Cobra” e le speranze dei tifosi nerazzurri sembravano ben riposte. Il calcio italiano però, soprattutto le difese, non solo le stesse del resto del mondo e partita dopo partita Pancev è parso sempre più in difficoltà, soprattutto per i diversi gol “mangiati” a pochi passi dalla porta. E così da Cobra, Pancev è presto diventato il “Ramarro”, bersaglio preterito dalla Gialappa’s Band in “Mai dire gol”.
JONATHAN
Jonathan Ciceiro Moreira, in arte Jonathan, o meglio, il “Divino Jonathan”. Si, divino, perché l’esterno destro brasiliano preso nel 2011 dal Santos, a furia di prestazioni pessime e giocate incomprensibili per compagni e tifosi, si è guadagnato l’aggettivo di Divino per il suo essere un giocatore talmente deludente da aver generato una narrazione a parte, quasi mistica. Doveva aiutare Maicon a dominare sulla fascia destra, si è dimostrato giocatore “da spiaggia”, spedito al Parma per cercare di salvare il passabile ma rimandato al mittente in fretta anche dagli emiliani.
GABIGOL
Siamo nell’estate del 2016, quella dell’arrivo di Suning alla guida dell’Inter. E la presidenza cinese vuole subito fare due grandi acquisti, due regali ai suoi tifosi. Il primo è stato il portoghese Joao Mario, reduce da uno scintillante Europeo, ma la vera stella del mercato fu Gabriel Barbosa, per tutti: Gabigol. L’attaccante mancino venne prelevato dal Santos per 30 milioni, una cifra importante allora, e presentato ai tifosi come una star. Peccato però che il sogno è diventato in fretta un incubo. L’allenatore Mancini, uno che di attaccanti ne sapeva, faticava a schierarlo; per lui tanta panchina e quando scendeva in campo era di fatto ininfluente. A quel momento, per i 4 lunghi anni di contratto, ha cambiato squadra da un prestito all’altro senza mai incidere.
VAMPETA
Estate 2000; l’Inter sceglie Marcello Lippi come nuovo allenatore nella speranza di tornare grande e per il centrocampo acquista, per 30 miliardi di lire, Vampeta, uno dei perni del Brasile. Tutto faceva pensare ad un grande acquisto, all’arrivo di un giocatore di livello assoluto, con paragoni eccellenti al punto da essere definito il “moderno Tardelli”. Vero è che quello fu un anno nero per l’Inter con l’esonero di Lippi dopo poche giornate, ricche di polemiche, ma Vampeta fu l’esempio vivente del fallimento. Per lui in Serie A solo una presenza da titolare…
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