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Conte lascia l'Inter, cuore ingrato: non è più il club di Herrera e Burnich

L'opinione di Pietro Mancini

Solo qualche giorno dopo i meritati elogi dei media alle squadre della Lombardia, martoriata dal Covid, il Milan ha detto addio al suo giovane portiere, Donnarumma. E, sul versante nerazzurro, ieri, c’è stata la separazione tra Antonio Conte e la società, vista la distanza tra i piani attuali dell’Inter, che prevedono un fortissimo attivo dal prossimo mercato, e le ambizioni del bravo, ma troppo esoso tecnico, contrario al ridimensionamento dell’organico..

Per il dopo-Conte, sondati sia Simone Inzaghi, in partenza da Lotito detto “Lo Tirchio”, che Max Allegri (candidato numero uno della Juventus).

Conte, core ‘ngrato, lascerà la panchina, con il portafoglio carico della mega-liquidazione di 7, 5 milioni. Sarà ricordato dai fans della Beneamata, con riconoscenza e stima, ma certo di gran lunga minori rispetto ad Helenio Herrera e a Josè Mourinho, assunti da Angelone e Massimo Moratti che, in epoche diverse, hanno portato l’Inter ai vertici del calcio italiano ed europeo.

E proprio ieri si è spento il difensore Tarcisio Burnich, “la roccia” della squadra di capitan Picchi, che conquistò tanti titoli, rimpianta da Gad Lerner e da tanti vecchi tifosi.