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Fausto Coppi, intervista al figlio Faustino: "Papà ucciso dalla negligenza"
La toccante intervista ad Angelo "Faustino" Coppi, figlio del campione di ciclismo, 5 volte medaglia d'oro al giro d'Italia, Fausto
E poi c’è il libro, emozionante, uscito nel 2017: “Lettere di un figlio al padre”, con Salvatore Romano.
Si, ho scritto a mio padre come se fosse vivo, qui, al mio fianco. Sono lettere di qualche anno fa. Ho parlato con lui, missive con il cuore in mano. Credo, da qualche parte lassù, gli siano arrivate. Quello che avrei voluto dirgli, quello che mi sentivo di esprimere, quello che un figlio sente dire ad un padre, un uomo ad un uomo a cui gli è stata sottratta dal destino l’opportunità di viverlo.
Le ha dato soddisfazione portare questo cognome?
Molta! Sempre e solo quella. D’altronde mio padre ha lasciato una bella eredità nel cuore degli italiani. Niente di negativo. Mi fa sempre molto piacere quando le persone mi ricordano gli episodi di papà. C’è stato un nutrito interesse anche da parte dei media e dei giornalisti. Nel corso degli anni venivano spesso a casa di mia mamma a farsi raccontare le storie, vedere le foto, i ritagli di riviste, chiedere gli aneddoti. Ascoltavano con particolare raccoglimento. Talvolta non capivo il perché di tanta morbosa sollecitudine a distanza di decenni dalla sua morte.
Forse perché è stato il corridore più famoso e vincente oltreché uno dei più grandi atleti di tutti i tempi?
Forse per quello, per i risultati su strada e in pista o forse perché la sua storia, oltre il ciclismo, ha destato spasmodica curiosità da parte della carta stampata e non solo.
Cosa le raccontava sua madre Giulia?
Mamma aveva un ricordo continuo di mio papà, non c’era giorno in cui non rammemorasse suo marito. Sempre! E non tanto i successi ma la loro vita privata, il loro sentimento così intenso, forte, la sofferenza che hanno dovuto sopportare all’epoca, le loro coraggiose scelte che in quegli anni erano considerate scandalo e che hanno pagato a caro prezzo. Adesso sarebbe la normalità. Mi ricordava gli attimi felici, i viaggi insieme quando erano invitati da personaggi noti, sia della politica sia della cultura, anche a casa di reali, i quali veneravano mio papà per le imprese sportive. Non è passato giorno che la mamma non mi parlasse di lui.