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Formula 1, il bilancio della Ferrari sa di occasione persa

Il Mondiale costruttori sfumato per una manciata di punti ha lasciato l'amaro in bocca nel box della Rossa

di redazione

I rimpianti della Ferrari

Mentre dopo 10 mesi di spostamenti in giro per il mondo gli uomini della Formula 1 fanno ritorno a casa per le meritate ferie ad Abu Dhabi c'erano mille sorrisi e purtroppo alcuni musi lunghi: tutti in casa Ferrari. Sorrideva la Red Bull che con Verstappen ha conquistato il titolo piloti con un'auto per metà campionato la terza o quarta forza. Sorrideva la McLaren per un titolo Costruttori arrivato dopo decenni. Sorrideva Lewis Hamilton, commosso per l'addio alla Mercedes ma che dall'altra parte non vede l'ora di cominciare la sua esperienza con la Rossa.

Auto - Leclerc - Sainz

Gli unici musi lunghi erano nel box della Ferrari. Leclerc non è riuscito a nascondere il rammarico per il titolo sfumato. Sainz malgrado l'ennesima gara solida aveva la faccia di chi ancora oggi non si spiega un licenziamento che lo costringerà il prossimo anno a correre non più per vincere ma per sopravvivere (con la Williams). Musi lunghi che hanno portato ad analisi piuttosto chiare su cosa sia mancato per il titolo costruttori.

Per quanto riguarda l'auto bisogna dividere la stagione in due parti: la seconda metà ha visto la Rossa prevalere su tutte le altre ma in principio le cose non sono andate come dovevano. Soprattutto post Montecarlo, con l'entusiasmo seguito dal successo di Leclerc a cui però è seguita una serie di gare anonime con la macchina non all'altezza. E spesso anche i tanto preannunciati aggiornamenti hanno dato poco, anzi, hanno fatto peggiorare le cose. Va riconosciuto a Vasseur non solo la reazione del team da Monza ma soprattutto di aver agito in una stagione in cui, da Cardile in avanti, alcuni dei principali responsabili dello sviluppo e del progetto hano salutato per andare altrove a lavori in corso. La speranza è che la strada intrapresa in questo finale di stagione abbia messo la Ferrari sulla strada giusta per il prossimo mondiale.

Lato piloti la stagione è a due facce. Sainz merita secondo tutto il paddock un voto altissimo, non solo per i risultati ma soprattutto per la professionalità dimostrata in un mondiale cominciato con la notizia del suo licenziamento per far posto ad Hamilton.Lo spagnolo doveva essere lo scudiero di Leclarc, si è dimostrato un grande pilota, pronto per un top team.

I tre successi invece non salvano la stagione di Leclerc. Nessuno nei box gli dà l'insufficenza ma una cosa è certa: l'idea che il monegasco sia un fuoriclasse, un Verstappen o un Hamilton per intenderci, si è ulteriormente appannata. Il monegasco ha confermato picchi di rendimento notevoli ma ha commesso ancora troppi errori e soprattutto nel confronto con il compagno di squadra, la differenza che ci si aspettava non si è vista. Ed il Gp di Abu Dhabi è la fotografia perfetta di questa situazione: da una parte c'è il Leclerc che sbaglia in prova e finisce in ultima fila, dall'altra c'è il Leclerc che nel primo giro passa dalla 19^ alla 8^ posizione. Serve più equilibrio e soprattutto serve un salto di qualità a livello di personalità. Gli sfoghi contro Sainz hanno dato prova della fragilità del pilota che però il prossimo anno si troverà nei box un compagno di squadra molto ma molto più ingombrante.

Così, nel paddock, in albergo, in aeroporto ad Abu Dhabi gli uomini della Rossa hanno avuto poche ragioni per sorridere: "il prossimo anno sarà quello giusto" ha detto un tifoso vip. Frase che purtroppo si ascolta dal 2008

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