Sport
Galliani propone il 'modello Sudamerica' per riprendere i campionati
CORONAVIRUS: GALLIANI, 'FINIRE CAMPIONATO IN AUTUNNO E PROSSIMA STAGIONE DA INIZIO 2021'
Galliani propone il 'modello Sudamerica': finire campionato in Autunno e prossima stagione a febbraio 2021
"Non capisco questa fretta di rientrare in campo per ripartire a settembre. Ci stiamo confrontando con una pandemia. Finché non ci sarà un vaccino, non credo si potrà giocare davanti a un pubblico. Ma si potrà andare avanti anche fino all'autunno a porte chiuse, e poi magari in febbraio ricominciare con i tifosi, perché un vaccino ci sarà. Speriamo''. Lo dice l'ex amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, in merito alla possibile conclusione di questa stagione calcistica ferma dal 9 marzo a causa dell'emergenza Coronavirus. "Lancio una proposta: il tempo c'è, si faccia per due anni come in Sudamerica, campionati nell'anno solare -aggiunge Galliani alla 'Gazzetta dello Sport-. Il campionato 2020-21 cominci nel febbraio 2021, stessa cosa per il 2022. Poi magari si tornerà all'antico, ma io sono certo che dopo un paio d'anni ci convinceremo che è una buona soluzione. In estate, a luglio o agosto, giocando di sera, sarà bello vedere il calcio, più che in altri mesi. Penso a certe serate di coppa Italia in gennaio, soprattutto al nord. Credo che alla fine potremmo avere più pubblico. La Fifa ha già spostato le date del Mondiale 2022 a fine anno, si faccia lo stesso con l'Europeo e la coppa America nel 2021. Sarebbe comodo, ma si può anche lasciare Euro 2021 lì dov'è, in estate, interrompendo i campionati. Ma bisogna tornare a giocare, per regolarità sportiva e perché altrimenti il calcio esplode''.
GALLIANI: SERIE A PERDE 600 MILIONI SE NON RIPARTE
"Non si può non tornare a giocare, ma bisogna farlo in condizioni di sicurezza -sottolinea il senatore di Forza Italia e ad del Monza-. Non capisco questa insistenza per andare in campo presto e ricominciare a settembre, quando magari ci sarà ancora la pandemia, qui o altrove. In questo momento non si può sapere. Il governo, sentendo la comunità scientifica, detterà i tempi, e i campionati possono finire ovunque in momenti diversi. La Germania magari comincerà prima, l'Italia è avanti rispetto all'Inghilterra con il picco del virus. Non dobbiamo finire tutti allo stesso momento. I campionati devono concludersi sul campo perché è la legge dello sport e perché il sistema va salvato. Senza tornare a giocare, la Serie A perderebbe una cifra intorno ai 600 milioni, senza calcolare la quota che arriverebbe dai 400 milioni in ballo per le squadre in corsa nelle coppe europee. Una piccola parte andrebbe ai club italiani. Se non finisce il campionato il calcio esplode. E parlo dei massimi sistemi, ripeto. Sui campionati di B e C c'è altro da dire". ''Per esempio che ci sono 60 squadre professionistiche in C e 20 in B che si reggono grazie ai contributi di tanti imprenditori che adesso avranno problemi con le loro aziende. Non è che non amino più il calcio, adesso però ragionevolmente non potranno più investire. Sono mecenati, il problema del nostro calcio è che si reggeva sul mecenatismo. Ora non so quanti potranno andare avanti. Il calcio deve trovare la quadratura del cerchio in se stesso, lo Stato non potrà supportarlo più di quanto faccia con le altre aziende. E' giusto che il calcio dilettantistico riceva degli aiuti, perché ha una funzione sociale. Si aiutano giustamente il teatro, il cinema, altre forme di cultura. Il mondo dilettantistico muove un milione di ragazzi. Poi però bisognerà domandarsi se è sostenibile un panorama con 80 società fra B e C'', conclude Galliani.