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Inter, Bergomi choc: "Sono preoccupato dei farmaci che mi davano"
"Per ottenere determinati obiettivi non devi passare per determinati sotterfugi. Questa è una cosa che ho sempre cercato di inculcare nei giovani - è il messaggio lanciato alle nuove generazioni -. Alcune sostanze che adesso sono doping, nel 1979-80 quando ho iniziato io, si potevano prendere. A volte sono anche preoccupato per quello che ho preso o che mi hanno dato". Parole di un grandissimo del calcio italiano, Beppe Bergomi. L'ex difensore di Inter e nazionale lo ha detto ai microfoni della RSI (la tv della Svizzera italiana) nel corso di un convegno sull'intreccio sport, doping e giovani ospitato in zona Expo a Milano. "Oggi le società sono cresciute e danno un livello di informazione elevato. Poi penso che un giocatore debba sempre chiedere al suo medico", ha proseguito lo Zio.
Poi alla Gazzetta ha precisato: "Mi riferivo al Micoren. All'Inter ce lo davano e ci dicevano che serviva a spaccare il fiato, poi, anni dopo, si è scoperto che è una sostanza pericolosa. Il Micoren lo davano a tutti e in tutte le società".
Il Micoren è uno stimolante cardiovascolare: fu tolto dal mercato nel 1985 perché nocivo.
Bergomi ha sottolineato: "L'ho detto per lanciare soprattutto un messaggio ai giovani: noi all'epoca eravamo più ingenui, dovevamo invece essere più attenti e più pronti a chiedere informazioni alle società su quello che prendevamo. Oggi invece i ragazzi devono puntare su un sano allenamento, devono sempre chiedere informazioni su tutto quello che gli viene dato e devono puntare su una sana alimentazione. Noi quel Micoren lo abbiamo preso ingenuamente, perché ci dicevano che ci aiutava".
L'ex interista comunque chiarisce che quel "sono preoccupato per i farmaci che ho preso" espresso alla tv svizzera. "Era una considerazione di carattere generale: io sto bene, tranquilli. Ho pensato alle conseguenze, che ancora non conosciamo, che potrebbero esserci per aver preso quei farmaci. E poi ci sono i tanti casi di Sla tra i calciatori per i quali ancora non si riesce a trovare una spiegazione. Non alludevo a nulla di specifico: è una paura in senso generico".