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Inter, Icardi: "Ecco perché mi partì l'embolo con i tifosi..."
"Per me l'Inter e' una delle piu' grandi squadre al mondo". Lo dice Mauro Icardi in un'intervista rilasciata a Canal Plus. L'uomo del grande dilemma: da due, forse tre o quattro mesi si dice che il suo rinnovo sia cosa fatta con il club nerazzurro (a 3,5 milioni circa sino al 2019), ma poi arrivano sempre nuove indiscrezioni, frenate e l'annuncio manca. Non a caso alcuni addetti ai lavori ancora pensano che, firma o non firma, Icardi possa essere oggetto di mercato nelle trattative estive.
Aspettando che Maurito e il suo entourage (capeggiato da Wnada Nara in versione.... procuratore) comunque trovino un accordo, l'attaccante argentino torna indietro nel tempo e racconta il suo si' al club nerazzurro. "Aveva appena vinto tutto e da sempre e' la storia del calcio. Non ebbi alcun dubbio nel trasferirmi a Milano - spiega Icardi - Qui gioco sempre e aiuto la squadra segnando molti gol, ma nonostante questo l'Inter non si trova dove meriterebbe di stare come squadra. Adesso ci stiamo riassestando dopo l'addio di molti campioni che qui hanno vinto tutto, dobbiamo solo aspettare l'anno prossimo per essere di nuovo al top".
Tanti gol, ma anche momenti di grande tensione con la curva nerazzurra, in particolare dopo la gara di Reggio Emilia contro il Sassuolo. "Perdemmo la partita e la testa. La mia rabbia nacque dal fatto che regalai la maglia a un bimbo in prima fila in mezzo a tanti adulti. Quello che piu' mi fece arrabbiare e' che strapparono dalle mani del bimbo la maglia per ributtarla in campo. Mi parti' l'embolo, ma e' passato tutto", assicura Icardi che ha parlato anche dei primi passi della sua carriera.