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Inter, Mazzola choc: "Non so cosa ci fosse nei caffè che ci dava Herrera"
C’era doping ai tempi di Sandro Mazzola, come molti, compreso il fratello Ferruccio, hanno sostenuto? L'ex bandiera dell'Inter a distanza di decenni confessa alcuni dubbi su quei tempi. E spiega: "Le cose sono vere. Io ad un certo punto cominciai ad avere, in campo, dei fortissimi giramenti di testa. Andai dal medico che mi fece fare tutte le analisi e mi disse che dovevo fermarmi, che avevo problemi grossi", spiega in una lunga intervista al Corriere dello Sport.
Mazzola prosegue sottolineache il dottore gli "disse che dovevo stare fuori almeno sei mesi". Perà "questo Herrera non lo voleva". La domanda sorge spontanea: "Da dove nascevano quei valori sballati? Non lo so. Ma so che, prima della partita, ci davano sempre un caffè. Non so cosa ci fosse dentro".
Poi dice: "Ricordo che un mio compagno, Szymaniak, mi chiese se prendevo la simpamina. Io non sapevo cosa fosse ma qualcosa che non andava, qualcosa di strano, c’era".
Il momento più bello vissuto nell’Inter? "La prima finale di Coppa dei Campioni con il Real Madrid. Deve sapere che noi non avevamo la tv. Si andava all’osteria e, se consumavi una spuma, potevi vedere la partita. Tutte le finali della coppa prima le giocava o vinceva il Real. Io ero innamorato di Alfredo Di Stefano che tutti dicevano giocasse proprio come papà. Lo adoravo: elegante, tecnico, sempre con la testa alta. Al Prater me lo vidi davanti all’improvviso, mentre aspettavamo di scendere in campo. E restai imbambolato. Per me era un divo della tv. Finché Suarez mi batté sulla spalla e mi disse “Noi scenderemmo in campo, tu resti qui a guardare Alfredo?”. Feci anche un gol, quella sera. In verità non voluto, quasi per caso, ma non fa nulla. Festeggiai in modo plateale, per me inusitato, non la finivo più. Sempre Suarez mi disse “Guarda che se non smetti questi ce ne fanno quattro”.