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Tumori, come eliminarli: cellule muoiono a gravità zero. TUMORI SCOPERTA
Tumori, una scoperta incredibile: le cellule malate muoiono in condizioni di gravità zero.
Tumori, come eliminarli: cellule muoiono a gravità zero. TUMORI SCOPERTA
Tumori, le cellule malate muoiono in condizioni di gravità zero. Una scoperta incredibile. “Così le cellule tumorali muoiono in assenza di gravità”. Ora si attende di sperimentare nello spazio il device ideato dai ricercatori
Tumori, scoperto come eliminarli: le cellule muoiono a gravità zero
Lo spazio dona nuove speranze ai malati di cancro. Uno studio australiano ha scoperto e dimostrato che, in condizioni di gravità simili a quelle presenti nella stazione spaziale internazionale, le cellule tumorali muoiono senza cura farmacologica.
“In 24 ore, in questa condizione di micro-gravità, l'80-90% delle cellule muore senza cura farmacologica” ha affermato Joshua Chou dell'Università della Tecnologia di Sydney.
Tumori, scoperto come eliminarli: creato un device che replica le condizioni di gravità zero
Joshua Chou ha progettato un device in grado di replicare condizioni di gravità molto vicine allo zero. “Abbiamo inserito nel simulatore quattro diversi tipi di tumori: alle ovaie, al seno, al naso e ai polmoni. Riducendo la gravità, abbiamo registrato che le cellule non riescono più a comunicare tra loro. Un effetto che incide sulla loro sopravvivenza” ha spiegato il ricercatore.
Secondo lo studio australiano, in condizioni di gravità zero i tumori non riuscirebbero a percepire ciò che li circonda. Le cellule malate entrerebbero dunque nello stato di apoptosi o morte cellulare.
Tumori, la scoperta affiancherà le terapie esistenti e le potenzierà
La sperimentazione avverrà anche nello spazio, ma ci vorrà qualche tempo. “Ci sono dei problemi da superare per poter avviare lo studio nella stazione spaziale, limiti di peso e di ingombro e servono almeno 200 mila dollari di investimenti per trovare soluzioni miniaturizzate al device” ha precisato Joshua Chou. Il ricercatore ha poi aggiunto: “Nella mia testa le possibilità offerte da questa sperimentazione non sono una cura, la “pallottola d'orò” per sconfiggere il cancro, ma qualcosa che possa funzionare parallelamente alle terapie esistenti, ai trattamenti farmacologici per la salute e così via, per aiutare ad aumentare l'efficienza delle terapie attualmente in uso”.