Sport

"La sclerosi multipla, una compagna con cui correre e da cui non scappare"

di Chiara Volontè

La storia della bresciana "Merilù Run", avvocato che da 17 anni convive con la SM e che ha scelto di esorcizzare la malattia correndo

E?
E mi ha risposto: “sei fuori?”. Ma davanti al mio entusiasmo misto a insistenza mi ha assecondata. La mia prima maratona è stata proprio a Brescia, nel 2016. E si è conclusa con un abbraccio bellissimo tra me e mio fratello, che ha corso al mio fianco. Una giornata indimenticabile.

È molto impegnata per far conoscere la sclerosi multipla, sia con l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) sia attraverso i suoi progetti e la sua Associazione. Ci racconta come sono nate queste iniziative? 
Da quando ho iniziato a correre ho sempre più raggiunto la consapevolezza che lo sport sia una scuola di vita. Mi ha insegnato a sfidare le mie debolezze superando costantemente i miei limiti con coraggio e, perché no, anche accettarli con umiltà. Ho cercato di divulgare questo mio messaggio per dare coraggio anche agli altri malati. E così, con il coinvolgimento da una parte di sette ragazzi (cinque donne e due uomini) affetti da sclerosi multipla, e dall’altra del dottor Gabriele Rosa, cardiologo, medico sportivo e allenatore di fama mondiale, è nata “Se vuoi puoi”. Il progetto aveva un obiettivo molto chiaro: correre la maratona più famosa al mondo, quella di New York. L’intento era dimostrare come un’attività motoria, adeguata e costante, potesse essere di aiuto nel controllo della patologia e influire positivamente a livello psichico aumentando la sicurezza personale del soggetto.

A New York ci siete arrivati?
Dopo mesi di allenamento, il 6 novembre 2016 è stato raggiunto il sogno per noi fondatori: tutti e sette tagliammo il traguardo e con la nostra medaglia al collo ci sentimmo fieri di noi stessi.
Aver partecipato alla Ny City Marathon nonostante la sclerosi multipla ci ha fatto rinascere come persone e dato un entusiasmo tale da voler coinvolgere altre persone.