Mihajlovic peggio di Inzaghi: ecco il confronto tra i due Milan - Affaritaliani.it

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Mihajlovic peggio di Inzaghi: ecco il confronto tra i due Milan

Il Milan di Mihajlovic peggiore di quello di Inzaghi? Sì, quantomeno nel confronto numerico su questa parte di stagione. Un anno fa i rossoneri guidati da Pippo erano a quota 11 punti in classifica contro i 9 della squadra che ha in mano attualmente Sinisa. Tre vittorie per entrambi, ma nel 2014/2015 erano arrivati due pareggi (trasferte di Empoli e Cesena) e una sola sconfitta (con la Juventus in casa) contro le 3 di questo campionato (Fiorentina, Inter, Genoa).

L'attacco va corrente alterna malgrado gli arrivi di Carlos Bacca, Luiz Adriano e Balotelli (e tenendo però conto di infortuni illustri: Menez e Niang): 9 gol segnati, mentre sotto la guida di Inzaghi erano state segnate 13 reti. Pesa forse la mancanza di un vero trequartista che inneschi le punte: Honda ha stentato (buona tecnica, ma troppa lentezza nei movimenti e nelle esecuzioni per incidere nel ruolo), Suso non è parso all'altezza del compito. Bonaventura sembra più una mezzala. E i tifosi rossoneri soffrono vedendo le giocate di Saponara a Empoli...

La costante tra i due Milan sta nella scarsa tenuta difensiva: 9 reti prese in 6 partite non sono uno score da squadra che ambisce a stare in alto. Con Mexes in soffitta, Zapata ha avuto molte chance da titolare senza convincere. Mentre Romagnoli (espulso a Marassi, così come Rodrigo Ely a Firenze) deve crescere molto per meritarsi sul campo la fama di nuovo Nesta. Indubbiamente i problemi del reparto arretrato dipendono comunque anche dalla protezione a intermittenza del centrocampo.

Al di là dei numeri dalla parte di Mihajlovic ci sono alcuni momenti di discreto calcio (il derby, il primo tempo di Udine soprattutto) e il fatto che con Inzaghi i rossoneri ebbero una buona partenza, andando in crisi soprattutto da gennaio in poi. I tifosi del Diavolo possono sperare che la loro squadra quest'anno sia un diesel, ma certo l'esame Napoli, domenica prossima a San Siro, suona già inquietante. Vietato sbagliare contro la squadra di Sarri.