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Pensioni: donne, APE, età pensionabile. I nuovi fronti RIFORMA PENSIONI NEWS

Pensioni: Cgil, fantasiose parole Boeri su lavoratrici-madri. RIFORMA PENSIONI NOTIZIE

Pensioni: Damiano, ok Ape ma stop aumento eta' pensionabile

"Crediamo che la ripresa del Pil, superiore alle previsioni, possa favorire nuovi interventi sul sistema pensionistico: c'e' un'inversione di rotta che puo' aprire nuovi spazi in legge di bilancio, a partire dall'adeguamento all'aspettativa di vita, che secondo l'Istat ha fatto segnare nel 2015 una prima decrescita e potrebbe fare lo stesso nel 2017. L'aumento di cinque mesi dell'eta' pensionabile previsto per il 2019 va quindi diminuito o congelato fino al 2021". Lo spiega il presidente della Commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano. Secondo Damiano, l'intervento sull'aspettativa di vita e' solo una della misure necessarie per rendere meno rigida la riforma Fornero, "il cui errore fondamentale - ha sostenuto - sta proprio nell'eccessiva rigidita' e nella mancanza di gradualita'". Ape e Ape social, ha spiegato Cesare Damiano, vanno dunque nella giusta direzione, perche' la logica deve essere "il lavoro ai giovani, la pensione agli anziani, consentendo la possibilita' di uscire dal lavoro anche a quelli che sono vicini all'eta' pensionabile, ma non l'hanno ancora raggiunta". Misure come queste possono aiutare a sbloccare il turnover generazionale sul mercato del lavoro, anticipando l'ingresso dei giovani e aiutandoli cosi' a costruire Pensioni piu' dignitose, "perche' un lavoratore povero oggi diventera' un pensionato povero domani>. Parallelamente, secondo Damiano, bisogna pensare anche a interventi che consentano di sostenere le Pensioni povere, "ipotizzando un livello di dignita' che potrebbe essere individuato in 1.000 euro al mese"

Pensioni: Cgil, fantasiose parole Boeri su lavoratrici-madri

''Decisamente fantasiose e singolari le dichiarazioni utilizzate dal presidente dell'Inps Tito Boeri per screditare un intervento di equità, che andrebbe al più presto introdotto, a favore delle donne''. Così il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli. Secondo il dirigente sindacale ''l'anticipo pensionistico non sarebbe un obbligo, ma una facoltà da garantire alle donne e a chi svolge lavori di cura, e non sarebbe certo causa di licenziamento per le imprese''.  ''Ci auguriamo - conclude Ghiselli - che sul tema della pensione delle donne e sul riconoscimento del lavoro di cura, il Governo sia disponibile ad accogliere le proposte del sindacato, andando oltre le timide, quasi irrilevanti, aperture fatte nell'ultimo incontro su questo argomento''.

PENSIONI: BOERI BOCCIA 'SCONTO' REQUISITI MAMME LAVORATRICI, SINDACATI INSORGONO

No al taglio dei requisiti per il pensionamento anticipato delle mamme lavoratrici. A bocciare la richiesta che Cgil, Cisl e Uil hanno portato al confronto con il governo e che rinnoveranno ancora domani, nel nuovo round previsto con il ministro del lavoro Poletti, è il presidente dell'Inps, Tito Boeri. ''Bisogna evitare scorciatoie perché il problema delle donne è quello di una forte discontinuità del lavoro. Quindi semmai dovrebbero, potendo, lavorare più a lungo, mentre così andrebbero in pensione con assegni più bassi'', spiega Boeri sollevando l'irritazione di Cgil, Cisl e Uil che invece puntano a riconoscere il ruolo della maternità nel lavoro della donna ipotizzando uno sconto dei requisiti anagrafici con cui tutte le lavoratrici madri potrebbero lasciare l'occupazione con un anticipo massimo di 3 anni. Ma per Boeri invece un'ipotetico sconto esteso a tutte le donne le esporrebbe anche al rischio di un pensionamento 'involontario'. ''La scelta di andare in pensione non è sempre volontaria ma viene presa anche dal datore di lavoro che potrebbe sfruttare così la possibilità di fare uscire anticipatamente le donne con figli licenziandola per ridurre la forza lavoro e obbligandole a prendere PENSIONI inferiori per il resto della vita", spiega ancora ribadendo la sua idea di sempre: ."bisogna intervenire per agevolare l'accesso sul mercato del lavoro delle donne non il loro pensionamento'' .Sì dunque a politiche che ne incentivino l'ingresso, no a interventi ad hoc e parziali''. Senza contare, dice ancora, della discriminazione che si produrrebbe nel mercato del lavoro. "Si potrebbe profilare una discriminazione tra le donne che lavorano e hanno figli e quelle invece che hanno privilegiato la carriera lavorativa. Se dunque l'obiettivo è quello di aiutare le donne nel lavoro questa proposta andrebbe nel senso esattamente contrario" aggiunge segnalando peraltro un possibile "effetto spiazzamento" che si potrebbe produrre rispetto a quelle lavoratrici-madri che hanno scelto di pensionarsi accedendo ad opzione donna che prevede il ricalcolo dell'assegno di chi è in un sistema misto secondo un sistema totalmente contributivo.

PENSIONI: BOERI caos sulle mamme lavoratrici

La strada da seguire, dunque, per Boeri, sta tutta negli incentivi all'occupazione femminile compresi il rafforzamento del congedo di paternità, ''obbligatorio ma preso solo da un terzo dei padri lavoratori'', e i vecchi voucher baby sitter o asili nido ancora largamente sottoutilizzati, ''ad utilizzarli solo in 7 mila persone''. Insorgono i sindacati impegnati in una partita con il governo lunga e delicata. La proposta di sconti nei requisiti delle lavoratrici madri offerti dal Welfare limitatamente alle donne in Ape social, infatti è considerata da tutti ''minimale'' e insufficiente e Cgil, Cisl e Uil si apprestano a rilanciare le loro proposte. "Dichiarazioni decisamente fantasiose e singolari'', dice la Cgil secondo la quale, come spiega il segretario confederale, Roberto Ghiselli ''l'anticipo pensionistico non sarebbe un obbligo, ma una facoltà da garantire alle donne e a chi svolge lavori di cura, e non sarebbe certo causa di licenziamento per le imprese''. Parole bocciate anche dall'Ugl: ''le sue apparenti preoccupazioni non trovano forza nella realtà, perché se le donne madri abbandonano prima il lavoro per una meritata pensione potrebbero favorire il ricambio con occupazione giovanile, cosa che è venuta meno con la riforma Fornero'', commenta il sindacato. Ma la partita si va surriscaldando soprattutto sul versante dell'aumento dell'età pensionabile di cui Cgil Cisl e Uil ancora chiederanno il congelamento dello 'scalone' a 67 anni previsto nel 2019. Una ''questione dirimente'', come ripete ancora il leader Carmelo Barbgallo . I sindacati d'altra parte attendono una risposta definitiva e sono già in una situazione di pre-allerta. Ieri in una lettera inviata a tutte le strutture regionali hanno intanto dato il verde ad iniziative di mobilitazione, assemblee e attivi sindacali che prelude ad altre iniziative.''Non resteremo con le mani in mano'', aveva già avvertito sempre Barbagallo nei giorni scorsi.