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Mondiali 2018, onore alla Francia che ha integrato i "Fratelli" africani

Pietro Mancini

Il Mondiale unisce i due Paesi europei nell'abbraccio dei giovani presidenti e tutte le forze politiche in Francia. Eccellente il torneo della Croazia

La Francia di Mbappè, il nuovo "Fenomeno", è, con merito, campione del mondo, 20 anni dopo la vittoria, a Parigi, di Platini e compagni. Lo squadrone più completo, che rappresenta un Paese solido, politicamente maturo, che ha integrato i "Fratelli" africani, grandi atleti. Hanno tifato per i blues Macron e Valls, ma anche Marine Le Pen.

Bello l'abbraccio finale tra l'inquilino dell'Eliseo, raggiante, e la giovane e bionda Presidentessa della Croazia. Nell'edizione più triste per l'Italia, è stato Eccellente il torneo della Croazia e del Belgio, con tanti "italiani", da Perisic all'indomito Mandzukic a Mertens. Dopo Mbappè, sugli scudi Modric.

E i contributi al trionfo dei transalpini, forniti dallo juventino Matuidi e dagli ex Pogba e Didier Deschamps (nel 1998 vinse, in campo, il Mondiale), c.t. serio, scrupoloso e non sussiegoso come Mourinho, sono stati rilevanti, in una competizione, ben ripresa e commentata da Mediaset, che ha segnato il flop dei sudamericani di Messi, Neymar e l'addio di don Anders Iniesta.

Speriamo non di Ronaldo, atterrato a Torino, durante la finale. E l'ex galattico, seppure non più giovanissimo, potrebbe allargare il gap tra la Juventus e i suoi tanti avversari, in primis il Napoli di Ancelotti. Un successo, in Russia, politico e organizzativo, di Putin e della FIFA di Infantino (indispensabile il VAR), sterili e provinciali le "gufate", anche nostrane, contro Antoine Griezmann e compagni.