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Mondiali 2030, Gravina: "Italia si candida ma il Governo ci aiuti sugli stadi"
La Figc apre alla candidatura dell'Italia per ospitare una grande manifestazione ma chiede al Governo sostegno per la ristrutturazione degli stadi
Mondiali 2030-Europei 2028: il presidente della FIGC candida l'Italia per ospitarli ma prima vuole riportare i tifosi allo stadio e recuperare gli impianti attuali
L'Italia festeggia la vittoria degli Europei 2020 ma guarda già al futuro. Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, a seguito del consiglio federale ha confermato la possibilità che il nostro Paese potrebbe ospitare una delle grandi manifestazioni calcistiche nei prossimi ann. "Valuteremo una candidatura dell'Italia all'Europeo del 2028 o al Mondiale del 2030, in cui si festeggia il centenario del campionato del mondo. Giochiamo la prima partita, poi penseremo all'altra", sono le sue parole riportare da Tuttosport.
Mondiali 2030, Gravina: "L'Italia c'è, ma non possiamo andare dalla FIFA senza avere gli stadi pronti"
Servono però due condizioni affinché il Mondiali 2030 o gli Europei 2028 si possano giocare in Italia. La prima è riportare le persone allo stadio. La seconda è che il Governo provveda a nuova legislazione che permetta la ristrutturazione degli impianti per renderli più moderni e sicuri. Per quanto riguarda il rientro dei tifosi, Gravina ha dichiarato di aver "formalizzato la richiesta alla sottosegretaria Vezzali. Siamo in attesa che la procedura venga definita anche secondo le indicazioni del Cts. Vogliamo arrivare a utilizzare il Green Pass in modo rapido e renderlo efficace anche nei nostri stadi. Siamo responsabilmente convinti che sarà complicato ottenere la riapertura alla totale fruibilità dei posti. - ha aggiunto - Chiediamo gradualità e accompagnamento. I club sono in grande difficoltà, abbiamo bisogno di tempi certi. Entro la fine di luglio sarà assolutamente definito".
Prima che l'Italia possa candidarsi seriamente ad ospitare i Mondiali 2030 o gli Europei 2028, però, serve "mettere in piedi un programma di recupero e ristrutturazione degli stadi con il Governo e con l'Ics (Istituto per il Credito Sportivo). Non è che possiamo andare alla UEFA o alla FIFA e dire: 'Dacci l'evento e poi facciamo gli stadi'".