Monza-Como, derby milionario in Serie B: i fratelli Hartono sfidano Berlusconi - Affaritaliani.it

Sport

Monza-Como, derby milionario in Serie B: i fratelli Hartono sfidano Berlusconi

Di Lorenzo Zacchetti

Il calcio italiano è sempre più squattrinato, ma nel secondo campionato nazionale c'è l'interessante sfida tra l'ex Premier e i ricchissimi indonesiani

Gli imprenditori indonesiani dal 2019 controllano il club lombardo, dove stanno sviluppando uno dei progetti più ricchi e ambiziosi del calcio italiano

Monza-Como è il derby più ricco d’Italia, almeno per quanto riguarda i proprietari. Le due squadre lombarde languono a metà classifica in Serie B, ma fanno capo a veri e propri Paperoni: i brianzoli a Silvio Berlusconi e i lariani ai fratelli Robert Budi e Michael Bambang Hartono. Se del primo sappiamo veramente tutto, i due indonesiani sono una conoscenza solo recente per il calcio italiano. Non certo per gli esperti di finanza, in quanto figurano rispettivamente al 54° e 56° posto nella classifica Forbes degli uomini più ricchi al mondo. Insieme posseggono la Sent, con sede a Londra, che dal 4 aprile del 2019 ha acquistato il Como attraverso la sua divisione Sent Entertainment Ltd

Il Como dalla Serie A al tracollo

Il loro arrivo in riva al lago (letteralmente, visto il pittoresco posizionamento dello stadio Sinigaglia) è stato un’epifania per i tifosi del Como, reduci da un calvario che aveva portato a ben tre fallimenti in soli 15 anni. L’ultima delusione aveva visto come protagonista Akosua Puni Essien, moglie dell’ex centrocampista di Chelsea e Milan: dopo soli quattro mesi di gestione, la società è andata a gambe all’aria. Non solo non ci si è avvicinati nemmeno lontanamente ai livelli del campione ghanese, ma non c’erano nemmeno i soldi per pagare il pedaggio autostradale. Un disastro che ha comportato la rifondazione del club con il nuovo nome di Como 1907 e la ripartenza dalla Serie D. Gli anni più belli della storia della squadra lombarda, quando militava in Serie A con giocatori come Pietro Vierchowood, lo svedese Dan Corneliusson o il brasiliano Josè Dirceu, appartengono ormai da tempo agli almanacchi.

I tycoon del tabacco (e non solo)

Robert Budi Hartono, sposato e padre di tre figli, ha un patrimonio netto di circa 13 miliardi di dollari, frutto del business della sua Djarum, terzo produttore mondiale di sigarette ai chiodi di garofano, che ha ereditato dal padre, secondo una tradizione familiare che dura ormai da oltre mezzo secolo. Insieme al fratello Michael possiede anche una quota della Bank Central Asia, una delle principali banche dell’Indonesia, Paese dove occupano rispettivamente il primo e il secondo posto nella classifica dei cittadini più ricchi. Del business di famiglia, oltre alla Sent, fanno parte anche l'azienda elettronica Polytron e la startup Razer.

Mola Tv e gli investimenti in Italia

Per quale motivo gli Hartono hanno deciso di compiere il lungo viaggio dalla loro sede di Kudus a Como, via Londra? Il calcio inglese è certamente la prima scelta per i tycoon asiatici che vogliono investire nel pallone europeo, ma ormai in Premier League sono rimasti solo posti in piedi. Nonostante le difficoltà del calcio italiano, Como rappresenta un biglietto da visita di enorme prestigio, incastonato nel paesaggio naturale che ha sedotto George Clooney e il cuore pulsante del business milanese. Inoltre, fa parte del portafoglio degli investimenti familiari anche il canale OTT Mola Tv, che ambiva ad approdare in Italia per provare a ritagliarsi uno spazio nel mercato delle trasmissioni sportive in diretta, sgomitando tra concorrenti come Sky, DAZN e Amazon. Mola Tv ha anche un accordo di partnership con Helbiz Media, distributore esclusivo dei diritti della Serie B italiana all’estero, grazie al quale ogni settimana trasmette in Indonesia quattro partite della nostra cadetteria. E questa visibilità, dopo quella conquistata in altri Paesi europei e sudamericani, è molto preziosa per tutto il movimento.

Il ruolo dell’ex Chelsea Dennis Wise

In due anni, il nuovo Como in salsa indonesiana è risalito dalla Serie D alla Serie B, anche grazie all’importante ruolo giocato da Dennis Wise. L’ex capitano del Chelsea aveva già assaggiato il calcio italiano dividendo lo spogliatoio di Stamford Bridge con Gianluca Vialli, Gianfranco Zola e Pierluigi Casiraghi. Una volta appese le scarpe al chiodo è diventato allenatore, facendo tuttavia alcune esperienze non formidabili in patria. In seguito è passato dietro la scrivania, assumendo il ruolo di direttore generale del Newcastle, e oggi riveste la stessa carica in riva al Lario, anche se la distanza fisica e i molteplici impegni della proprietà ne fanno una sorta di presidente facente funzioni

Dagli anni ruggenti al nuovo progetto in Italia

In gioventù, Wise era stato uno degli animatori della “Crazy Gang”, una banda di brutti ceffi che con le sue maniere calcisticamente rudi ha fatto le fortune del Wimbledon. Del gruppo facevano parte anche Mick Harford, John Fashanu, Lawrie Sanchez e, soprattutto, il mitico Vinnie Jones, che prima di diventare un attore di Hollywood è entrato nella storia del football inglese come uno dei più cattivi giocatori di tutti i tempi. Ma Dennis Wise non sfigurava di certo al confronto con il collega centrocampista, anzi. Per lui Sir Alex Ferguson, icona del Manchester United, coniò una definizione epica, dicendo che sarebbe stato in grado di “scatenare una rissa in una stanza vuota”. Oggi fa un po’ impressione vederlo in abiti borghesi e compostamente seduto in tribuna d’onore, a supervisionare un progetto tra i più ricchi e ambiziosi del calcio italiano. Certo, siamo in Serie B e nemmeno nelle primissime posizioni, però il derby lombardo tra Monza e Como non può che far ripensare a quel leggendario 15 maggio del 1988, quando proprio sul campo dei lariani il Milan di Arrigo Sacchi conquistò lo Scudetto, ovvero il primo trofeo dell’era-Berlusconi che sarebbe rimasta negli annali. Ma erano davvero altri tempi.