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'Ndrangheta: Aemilia, 2 anni all'ex calciatore Vincenzo Iaquinta, 19 al padre

'Ndrangheta: Iaquinta, non sappiano neanche cosa sia

'Ndrangheta: Aemilia, 2 anni a Vincenzo Iaquinta, 19 al padre 

Vincenzo Iaquinta, tra gli imputati di Aemilia, il piu' grande processo mai celebrato nel Nord Italia contro la 'ndrangheta, e' stato condannato a due anni di reclusione. L'ex bomber della Nazionale e della Juventus, campione del mondo nel 2006, e' imputato per reati relativi alle armi. L'accusa aveva chiesto sei anni. Nella sentenza di primo grado e' caduta l'aggravante mafiosa. Giuseppe Iaquinta, padre dell'ex calciatore, accusato di associazione mafiosa e' stato invece condannato a 19 anni di reclusione. "Ridicoli, vergogna" hanno gridato padre e figlio uscendo poi dall'aula del Tribunale di Reggio Emilia. La sentenza per 148 imputati e' arrivata dopo due settimane di camera di consiglio 'blindata' da parte del collegio giudicante composto da Cristina Beretti, Francesco Maria Caruso e Andrea Rat.

'Ndrangheta: Iaquinta, non sappiano neanche cosa sia

"Il nome 'ndrangheta non sappiamo neanche cosa sia nella nostra famiglia. Non e' possibile. Andremo avanti. Mi hanno rovinato la vita sul niente, perche' sono calabrese, perche' sono di Cutro. Io ho vinto un Mondiale e sono orgoglioso di essere calabrese. Noi non abbiamo fatto niente perche' con la 'ndrangheta non c'entriamo niente": questo lo sfogo dell'ex bomber della Nazionale, Vincenzo Iaquinta, condannato a due anni nel processo Aemilia, il piu' grande mai celebrato nel Nord Italia contro la 'ndrangheta. L'ex calciatore era imputato per reati di armi. "Sto soffrendo come un cane - ha detto Iaquinta gridando alle telecamere fuori dal tribunale di Reggio Emilia - per la mia famiglia e i miei bambini senza aver fatto niente". (