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Vincenzo Nibali sogna il triplete prima di chiudere la sua carriera
Nibali: "Dal Giro d'Italia alle Olimpiadi di Tokyo, il mio ultimo ballo"
Vincenzo Nibali sogna il triplete prima di chiudere la sua carriera
Il Mondiale, un altro Giro d'Italia e l'oro olimpico a Tokyo. Sogna il triplete da leggenda per chiudere la carriera il campione siciliano, Vincenzo Nibali. ''Potrebbe essere, sì. Potrebbe essere il modo più bello di chiudere'', spiega 'Lo squalo dello Stretto' intervistato da 'La Repubblica'. Nel palmares del campione azzurro mancano un Mondiale e un'Olimpiade. ''Anche questo sarebbe stupendo, ma forse stiamo correndo troppo. Però sì. Se il Mondiale resta in Svizzera e a settembre (domenica 27), il percorso è perfetto per me. Se andrà a finire in Oman o in Qatar a novembre, tutto si complica, dipenderà da che tipo di corsa disegneranno. Tifo per Aigle-Martigny, tifo Svizzera ovviamente''.
Nibali ha scelto la via italiana per il Mondiale, la Milano-Sanremo (8 agosto), la Tirreno-Adriatico (7-14 settembre). Non il Tour de France, che per la prima volta nella storia precede il Giro (29 agosto-20 settembre). «Il Tour a fine agosto viene troppo presto, quando non avremo ancora la condizione necessaria. Se la forma cresce durante il Tour bene, oppure rischi di saltare di brutto o di saltare dopo. Il Giro è collocato bene, non così le Classiche del Nord, ma lo spazio è poco e non c'era molto margine di manovra. La Sanremo l'8 agosto è un'incognita: così lunga, così calda. Vedremo tante sorprese, è un anno particolare''.
FASE 2: NIBALI, 'STRADE SENZA PUBBLICO FANNO IMPRESSIONE MA SONO UN MALE NECESSARIO'
''Ricominciare a porte chiuse non deve diventare un problema esistenziale, per me è importante che si riprenda''. Parla così della prospettiva di una ripartenza senza pubblico del ciclismo il campione siciliano Vincenzo Nibali in una intervista a 'La Repubblica'. ''Si può correre lo stesso, sapendo che non sarà sempre così, che il ciclismo un giorno tornerà quello di sempre. Passiamo questi tre mesi di gare, riattiviamo il sistema, è importante, rischieremmo di non ripartire più -prosegue-. Le strade senza pubblico fanno impressione, ma sarebbero un male necessario, inevitabile''. Farebbero molta più impressione al Sud, da dove partirà il Giro, e nella sua Sicilia soprattutto. ''Speriamo che fino a ottobre tutto sia a posto. Tre anni fa a Messina è stato il delirio, è stato bellissimo'', sottolinea lo 'Squalo dello Stretto'.