Parigi Roubaix, Goolaerts morto. Ciclismo sotto choc - Affaritaliani.it

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Parigi Roubaix, Goolaerts morto. Ciclismo sotto choc

PARIGI-ROUBAIX. MORTO IL BELGA GOOLAERTS

Parigi Roubaix, Goolaerts morto. Ciclismo sotto choc

Michael Goolaerts morto. A darne notizia la sua squadra, la Verandas Willems-Crelan. "E' con inimmaginabile tristezza che comunichiamo il decesso del corridore e amico Michael Goolaerts", si legge in una nota. Poco prima, il direttore della Parigi-Roubaix, Christian Prudhomme, aveva parlato di "sitazione molto preoccupante". Il 23enne corridore belga, impegnato oggi nella seconda classica monumento della stagione, era stato trasportato in elicottero all'ospedale di Lilla in gravi condizioni in seguito ad una caduta durante il settore numero 28 di pave', da Viesly a Briastre. Goolaerts era caduto dalla bicicletta in seguito ad un arresto cardiaco ed era stato soccorso a bordo strada con un defibrillatore. Il suo team aveva invitato a non fare speculazioni sul suo stato di salute, ringraziando tutti coloro che, dopo l'incidente, hanno riservato un pensiero allo sfortunato corridore. "I nostri pensieri ora sono per la sua famiglia ed i suoi amici. Grazie per i vostri messaggi di supporto", si leggeva su Twitter. Ora solo il cordoglio per la dolorosa perdita.

CICLISMO, DA CEPEDA A GOOLAERTS, UNA LUNGA LISTA DI MORTI IN GARA

Ancora una morte. L'elenco di corridori che hanno perso la vita sulla bici purtroppo si allunga ancora. Michael Goolaerts, belga della Verandas Willems-Crelan, e' deceduto a 23 anni in seguito ad un infarto durante la Parigi-Roubaix. Il giovane corridore impegnato oggi nella seconda classica monumento della stagione, era stato trasportato in elicottero all'ospedale di Lilla in gravi condizioni in seguito ad una caduta durante il settore numero 28 di pave', da Viesly a Briastre. Goolaerts era caduto dalla bicicletta in seguito ad un arresto cardiaco ed era stato soccorso a bordo strada con un defibrillatore. La sfortuna ultimamente sembra essersi accanita con i belgi. Antoine Demoitie', 25 anni, portacolori della Wanty-Groupe Gobert, aveva perso la vita dopo essere stato investito, in seguito ad una caduta, da una moto dell'organizzazione durante la Gand-Wevelgem del 2016. Un altro belga, Wouter Weylandt, 26 anni, mori' al Giro d'Italia 2011 dopo una brutta caduta nella discesa del Passo del Bacco, nella terza tappa. Fermandosi alla sola Corsa Rosa il ciclista della Leopard Trek e' stato il quarto a morire sulle strade del Giro. Orfeo Ponsin perse la vita nel 1952, cadendo lungo la discesa della Merluzza durante la quarta frazione, la Siena-Roma. Nel 1976 una caduta nel corso della prima tappa, ad Acireale, in Sicilia, costo' la vita allo spagnolo Juan Manuel Santisteban, che ando' a sbattere la testa contro un guardrail. L'ultima vittima prima di Weylandt fu Emilio Ravasio: al Giro del 1986 rimase coinvolto in una caduta di gruppo nella prima tappa in Sicilia, salvo poi rialzarsi e arrivare al traguardo. In albergo, pero', cadde in coma, spegnendosi due settimane dopo. Ma sfortunatamente il triste elenco e' lungo. Al Tour de France, per esempio, la prima vittima risale al 1935, lo spagnolo Francesco Cepeda, caduto in un burrone a Bourg d'Oisans mentre nel '67 si vive il dramma col britannico Tom Simpson, morto per un collasso sulla celebre salita del Mont Ventoux. E come ovviamente dimenticare Fabio Casartelli che il 18 luglio del '95, durante la 15esima tappa della Grand Boucle, cade nella discesa del Colle del Portet-d'Aspet, battendo violentemente la testa contro un paracarro. Inutile il trasporto in elicottero all'ospedale di Tarbes, col corridore che non riprende mai conoscenza.

Tragica morte anche quella di Serse Coppi, fratello di Fausto, al Giro del Piemonte '51: caduto a un chilometro dall'arrivo, arriva al traguardo ma si spegne nella notte. Si rivelano fatali le cadute per lo spagnolo Manuel Galera (Giro Andalusia '72), per il portoghese Joaquim Agostinho alla Volta ao Algarve (1984), per il belga Michel Goffin (Haut Var '87), per lo spagnolo Manuel Sanroma (Giro Catalogna '99) e soprattutto per Andrei Kivilev alla Parigi-Nizza del 2003: il kazako era in testa quando, finito addosso a Ordowski, a sua volta scivolato per un problema meccanico, e battuto violentemente la testa a terra. Fu con la sua morte che divento' obbligatorio l'uso del casco protettivo per i ciclisti. Che pero' non basto' a salvare Isaac Galvez, morto dopo una caduta alla Sei Giorni di Gand del 2006 mentre Alessio Galletti, un anno prima, fu stroncato da un arresto cardiaco durante la 'Subida al Naranco'. Ci sono poi coloro che hanno perso la vita in circostanze altrettanto tragiche, travolti da una moto (Camille Danguillaume ai campionati di Francia '50), da un camion (Sirassaka Noriakhi durante un allenamento per i Mondiali juniores di Atene '92) o da un'auto (Jean Pierre Monsere' al Grand Prix di Retie '70 e Vicente Mata al Trofeo Puig '87, per finire a Thomas Casarotto al Giro del Friuli del 2010). Nel 2014, durante una prova di Coppa del Mondo di mountain bike, moriva Annefleur Kalvenhaare', 20enne olandese che si era imposta agli Europei under 23 di ciclocross. E lungo e' anche l'elenco delle tragedie sfiorate, come, per tornare al Giro d'Italia, quella di Pedro Horrillo Munoz nel maggio 2009, nel corso della discesa del Culmine di San Pietro, a circa 70 km dalla partenza dell'ottava tappa. Il corridore fini' in una scarpata e rimase in coma un paio di giorni prima di tornare alla vita.

PARIGI-ROUBAIX. IMPRESA SAGAN

Peter Sagan esorcizza l'Inferno del Nord ed entra tra i miti del pave'. Il 27enne slovacco della Bora-Hansgrohe, vincitore delle ultime tre edizioni del Mondiale in linea, mette in bacheca la 116esima Parigi-Roubaix, 257 chilometri con partenza da Compiegne ed arrivo nel tradizionale velodromo della cittadina francese dopo 29 settori di pave' (54,5 Km complessivi). Quella di Sagan, che si aggiudica la sua seconda classica monumento dopo il Giro delle Fiandre del 2016, e' un'autentica impresa: ai -39 dal traguardo, sulle pietre dell'Ennevelin, Sagan mette il turbo e saluta la compagnia dei pretedenti al trono assieme ad un outsider, lo svizzero Silvan Dillier (Ag2R La Mondiale), uno degli attaccanti della prima ora assieme a Bystrom (Uae Emirates), Robeet e Duquennoy (WB Veranclassic), Wallays (Lotto), Soler (Movistar), Thompson (Dimension Data), Soupe (Cofidis) e Smukulis (Delko Marseille). Diventa in pratica una lunga cronometro tra i due davanti e gli immediati inseguitori, tra i quali l'olandese Niki Terpstra (Quick-Step Floors), primo nel 2014 e terzo con un ritardo di 57", e l'olimpionico belga Greg Van Avermaet (Bmc) che, dopo il trionfo dell'anno scorso, deve accontentarsi della quarta piazza, ottenuta davanti al connazionale Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). Sagan e Dillier marciano di comune accordo ed entrano al Velodromo per giocare ognuno le proprie carte: lo slovacco pero' e' di un altro pianeta e, come un pistard provetto, si mette alle spalle del rivale per poi infilarlo con una volata magistrale. "E' incredibile, sono stanchissimo - il commento a caldo di Sagan, che festeggia il suo 104esimo centro tra i professionisti - Quest'anno e' andato tutto bene, non ho avuto forature o problemi meccanici, ho attaccato al momento giusto e sono arrivato sino in fondo. L'anno scorso ero piu' stanco, i miei compagni hanno fatto un lavoro fantastico e tutto lo staff e' stato compatto con me per portarmi a questa giornata. Sono felicissimo, e' stato un finale straordinario". Il tri-campione del mondo e' entrato ormai nella leggenda: "E' una sensazione bellissima, lo spero... Cerco sempre di dare il massimo per arrivare ai risultati migliori". La corsa, sempre spettacolare nei due punti piu' 'caldi', la mitica Foresta di Arenberg ed il Carrefour de l'Arbre, ha fatto registrare tante cadute, tra cui quella di Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), l'italiano piu' accreditato assieme a Gianni Moscon (Sky), quest'ultimo smarritosi nel finale. Attimi di paura, invece, per Michael Goolaerts. Il 23enne belga della Verandas Willems-Crelan e' stato trasportato in elicottero all'ospedale di Lilla in gravi condizioni in seguito ad una caduta durante il settore numero 28 di pave', da Viesly a Briastre. Goolaerts sarebbe finito a terra in seguito ad un malessere in bicicletta: le prime notizie parlano di un arresto cardiaco, una tesi supportata anche dal massaggio cardiaco a cui e' stato sottoposto il belga dai primi soccorsi che ha avuto a bordo strada. Goolaerts avrebbe anche perso conoscenza, un dettaglio che pero' non e' stato confermato dal suo team.