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Roma, Totti: "Tifosi, io vi amo. Ho pianto tutti i giorni, finisce qui"

Totti day: ovazione per il giocatore, fischi per Spalletti - Totti ai tifosi: "Vi amo, ma è difficile spegnere la luce"

Roma, Totti: "Tifosi, io vi amo Ho pianto tutti i giorni, finisce qui"

 "E' arrivato il momento. E devo dire grazie a voi, a tutti voi per questi 25 anni di vita insieme, con questa maglia, solo con questa maglia. In questi giorni ho letto tante cose su di me, tutte molto, molto belle. Ho pianto tutti i giorni, tanto, tanto e da solo. In questi giorni ho parlato con mia moglie, le ho raccontato i miei 25 anni vissuti con questa maglia, l'unica maglia. Abbiamo scritto una lettera per voi. Grazie a tutti, mamma, papà, mio fratello, mia moglie, i miei figli, gli amici. E' impossibile raccontare 25 anni di calcio, non so come farlo. Vorrei farlo con una poesia, con una canzone... Lo so fare con il pallone. Maledetto tempo, che hai deciso. E' quello stesso tempo che nel 2001... Oggi questo tempo è venuto a bussare sulla mia spalla: ora sei un uomo, levati scarpini e pantaloncini, non c'è più l'odore dell'erba, il gol... Ora sei un uomo. Perché mi sono svegliato da questo sogno? Ora è la realtà. Dedico questa lettera a tutti voi, a quelli che hanno gridato e ancora gridano Totti-gol. Ora è finita davvero, mi levo la maglia per l'ultima volta. Non sono pronto per dire basta, forse non lo sarò mai. La piego per bene. Scusate se non ho parlato in questo periodo. Spegnere la luce non è facile. Ora ho paura, non è come tirare un calcio di rigore. Non vedo cosa c'è oltre i buchi della rete, ora sono io che ho bisogno di voi, del vostro calore. Quello che mi avete sempre dimostrato. Ringrazio tutti, compagni, dirigenti, tecnici che sono stati con me 25 anni. I tifosi tutti, la Curva Sud, nascere romani e romanisti è un privilegio. Fare il capitano della Roma è stato un onore. Il mio cuore sarà sempre lì con voi. Ora scendo le scale, entro nello spogliatoio: mi ha accolto da bambino, lo lascio ora che sono uomo. Orgoglioso e felice di avervi dato tutto quel che potevo. Vi amo".


Totti day: De Rossi, un amico che non vedro' piu' ogni giorno


Oggi "parliamo di Francesco e fatemelo godere perche' dopo 16 anni entrero' nello spogliatoio e non lo vedro' piu' li' sulla sua panca e non sara' facile. Come non e' stato facile per me per Perrotta, per Cassetti, al di la' del capitano, quello che e' per loro, per me e' un amico che non vedro' piu' quotidianamente". Lo ha detto Daniele De Rossi ai microfoni di Sky Sport nel post partita di Roma-Genoa parlando di Totti. Alla domanda su quale effetto gli abbia fatto vedere la forza del pubblico che omaggiava Totti a fine gara, 'capitan futuro' ha risposto "Ci sono persone che non sono normali, ci sono persone che non hanno una vita normale, una carriera normale, in questo caso un calciatore che non ha una storia normale. Ho letto uno striscione che diceva: 'Nel calcio moderno la vera vittoria di una battaglia sono 25 anni con una sola maglia'. Ed e' vero. Io in parte posso capire quanto sia difficile rimanere tanti anni in una squadra che non sempre ti permette di sognare di vincere quello che tutti vorrebbero vincere. Lui ha vinto anche uno scudetto, ma ha vinto in un'altra maniera, facendo reagire cosi', unendo una citta' che di solito si disunisce e si divide per tutto, lui li ha uniti. Non ce n'e' uno che possa parlare in maniera diversa da come hanno fatto questi ragazzi qui". Quanto a lui, cioe' al rinnovo del contratto, "oggi solo bandiere e stendardi per Francesco. Oggi si parla solo di questo, veramente ci tengo".


Totti day: ore 19,59, finisce legame in campo tra capitano e Roma


Ore 19,59 di domenica 28 maggio 2017: dopo 25 anni (un quarto di secolo!), 659 presenze, 250 gol (il caso vuole che questo numero sia 10 volte 25..) finisce il legame in campo tra Francesco Totti e la Roma calcio. Guarda caso, un attimo prima che l'arbitro Tagliavento fischiasse la fine delle ostilita' tra Roma e Genoa ecco che l'ultimo pallone giocato di questo campionato della squadra giallorossa era tra i piedi di Totti, in prossimita' della bandierina del calcio d'angolo. Lui non ha segnato ma il pallone che ha permesso a Perotti di siglare il gol vittoria e' arrivato con un tocco del capitano. La partita e' finita 3 a 2 per il club giallorosso, al termine di una gara emozionante e con la Roma che ha rischiato di perdere. E invece e' arrivata la vittoria cercata per ottenere l'accesso diretto alla fase a gironi della Champions League, mentre sara' il Napoli - arrivato terzo in classifica e nonostante la larga vittoria di oggi contro la Sampdoria - a giocarsi il posto nei preliminari della 'Coppa dalle orecchie grandi'. Al fischio finale c'e' stata la grande festa in campo, inizialemte piu' per la conquista di un posto in Champions che per l'addio a Totti: questo era scontato, si sapeva da settimane e la festa era stata gia' anticipata. Poi pero' c'e' stato il giro d'onore del capitano nel 'suo' stadio, in un tripudio di applausi e cori. Come in una sorta di 'terzo tempo' inaugurato dal rugby e ora approdato anche nelle finali di calcio, Totti e' passato tra due file di giocatori giallorossi: da una parte quelli della rosa che ha disputato il campionato, dall'altra la Primavera e tutti gli altri in forza al club. In disparte l'allenatore Luciano Spalletti, forse per non essere di troppo e per non rovinare una festa.

I maxischermi dell'Olimpico intanto rimandavano le immagini di volti in lacrime, indistintamente di bambini e adulti, uomini e donne. Come e' possibile?, si chiederebbe un osservatore esterno, ma con il calcio e' cosi'. Numerosi gli striscioni inneggianti al calciatore: "The Legend", "Certi amori non finiscono", "Senza di te nja faccio!", "Noi il tuo Pallone d'oro, tu il nostro", "Non avro' altro D10 che te" (giocando sulla lettera dell'alfabeto e il numero...) per citarne alcuni. E poi le decine e decine di migliaia di magliette numero 10 indossate dalla folla sugli spalti, in uno stadio pieno fino a straripare. E gli applausi senza fine. In campo il presidente del club, James Pallotta, ha consegnato a Totti una sorta di teca con all'interno la maglia numero 10: e' il segno che la Roma ritirera' quel numero, nessun altro potra' indossare la maglia numero 10 con i colori giallorossi. Poi spazio anche alla famiglia di Francesco, con la moglie Ilary e i tre figli anche loro sul terreno di gioco, con l'ultima nata che in braccio al capitano accenna un pianto quando le viene tolto il ciuccio e allora ci pensa il papa' a consolarla con un bacio. E lui, Totti, sempre sorridente ma anche molto concentrato, mostrando grande self control in una situazione che di sicuro sul piano emotivo e' una prova di forza enorme. Ogni tanto una mano passata sul volto, con noncuranza ma forse per stroncare sul nascere lacrime e commozione; molti sorrisi al pubblico, saluti con la mano, in un giro di campo lunghissimo, interminabile quasi. Al centro del terreno di gioco una grande maglia giallorossa con il numero 10.

Il momento forte di commozione arriva dopo circa mezz'ora da quel fischio finale, e allora Totti cerca la moglie e la abbraccia, cingendole le spalle da dietro. E' quasi un aggrapparsi a lei, rimanendo cosi' per qualche secondo. Per poi riprendere il suo omaggio al pubblico che invece e' il solo che vorrebbe rendere omaggio, che si sente in dovere di omaggiare lui capitano. Ma il giocatore e' anche, anzi principalmente uomo, e allora la commozione lo ricattura: fa l'inchino al pubblico e poi mette le mani dietro la testa, come quando si fa stretching o, piu' semplicemente, quando si e' di fronte a qualcosa di troppo grosso e si riflette. Il volto tradisce l'emozione, le lacrime si vedono, il sorriso sparisce, lo stress emotivo e' indubbiamente forte. E' un pezzo importante di storia calcistica che va in archivio. Totti stesso lo sa, e forse non immaginava che sarebbe stato cosi'. Arrivano un pallone e un pennarello nero: Totti ci pensa un po', poi scrive qualcosa su quel pallone, lo firma, sa che il pubblico lo reclama e lui dovrebbe calciarlo verso gli spalti. Ci pensa a lungo, quasi quasi lo tiene per se'. Si gira, come a voler andare via. Poi di scatto di nuovo verso il pubblico e questa volta lo calcia quel pallone che finisce in tribuna, dove sara' preda ambita di tanti ma che sara' nelle mani di una sola persona. E' l'ultimo pallone che Totti giocatore della Roma ha calciato. La sua storia in campo con la Roma finisce alle 20,32 di domenica 28 maggio 2017. Un quarto di secolo dopo essere cominciata.


Totti day: ovazione per il giocatore, fischi per Spalletti


Da una parte la coerenza dell'allenatore che non cede neanche all'appuntamento finale, dall'altra l'abbraccio, comunque sia e comunque vada, da parte del pubblico dell'Olimpico. E' stato cosi' allo stadio per l'ultima di Francesco Totti con i colori giallorossi. Il campione prima del fischio d'inizio di Roma-Genoa si e' recato in prossimita' della curva sud ed ha salutato il pubblico di tifosi. Spiccava lo striscione "Totti e' la Roma", e il coro "un capitano, c'e' solo un capitano". Per contro, fischi del pubblico all'indirizzo del tecnico toscano, con ogni probabilita' anche lui alla sua ultima partita alla guida della Roma e che ha scelto di tenere Totti in panchina anche oggi, riservandosi di impiegarlo nella seconda frazione.