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Sacchi e quel consiglio di Berlusconi: "Si metta allo specchio e dica che sono stronzo"
Arrigo Sacchi a tutto campo: l'ultima telefonata con Berlusconi, Van Basten e Gullit, Leao e l'addio Milan-Maldini....
Arrigo Sacchi, l'ultima telefonata con Silvio Berlusconi
"L’ultima volta che ho sentito il presidente fu due mesi prima della sua morte. Ripetemmo la nostra gag. Io che gli confesso di non riuscire a dargli del tu, lui che mi insegna come fare. “Si metta davanti allo specchio, e dica a voce alta: Silvio Berlusconi è uno stronzo, Silvio Berlusconi è uno stronzo”. Era davvero convinto che potesse funzionare". E' l'aneddoto raccontato da Arrigo Sacchi al Corriere della Sera sull'ultimo suo colloquio con l'ex patron del Milan. Ci ha mai provato? "Mai. Quel giorno, nel salutarmi, mi disse: "Arrigo chiama quando vuoi, in fondo sei una delle poche persone del mondo intero che non mi hanno mai dato dello stronzo". Non l’ho più fatto, e ancora me ne dispiace. Sentivo che era stanco. Ho voluto molto bene a quell’uomo. Gli devo tutto. A differenza di molte, troppe persone, che oggi fingono di non averlo mai conosciuto, io non me ne dimentico", racconta l'allenatore che conquistò il mondo alla guida del Diavolo.
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Arrigo Sacchi su van Basten e Gullit
Su Marco Van Basten: «Qualche anno fa, le cose che disse in una intervista mi ferirono. Ma non gliene voglio male. Non mi sembra di essere stato duro con lui. Semplicemente, lo trattavo e lo valutavo come gli altri. Forse non gli andava bene questo. Ma non me lo ha mai detto. Tra noi non c’erano problemi». "Insomma. «Arrigo mi ha rotto i cogl...». Era la primavera del 1991. Sentita a Milanello, mentre Marco entrava nella sala del biliardo, con le mie giovani orecchie da praticante giornalista. (Ride)", gli dice il giornalista del Corsera. E lui spiega: "Beh, forse qualche tensione c’è stata. Lui era convinto che noi italiani fossimo tutti ignoranti. Una volta gli risposi. Caro Marco, gli dissi, guarda che noi vincevamo i campionati del mondo quando voi olandesi stavate ancora sott’acqua. Lo feci ridere, e ne fui felice. Era una persona e un atleta fragile. Durante una partita di precampionato della nostra prima stagione, gli dissi che non serviva che andasse incontro alla palla a centrocampo. Vacci vicino, senza cercarla, e poi taglia dentro, che così ti picchiano di meno". Le diede ascolto? "No, e lo spaccarono. Era un fuoriclasse assoluto, un po’ testardo. Quando ritornò in Italia dal primo infortunio, venne a vedere Milan-Napoli, il famoso 4-1 per noi. Mister, mi disse, non avrei mai creduto che in così poco tempo lei riuscisse a fare un gioco così poco italiano".
Su Gullit. "Ruud è forse la persona che più di tutte ha capito e accettato l’ossessione che mi ha sempre divorato. Per il calcio, si intende".
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Arrigo Sacchi sul Mondiale di Usa '94 perso dall'Italia in finale contro il Brasile ai rigori
Il Mondiale di Usa 94: l'Italia di Sacchi arrivò fino alla finale di Pasadena persa ai rigori contro il Brasile di Romario e Bebeto (dopo aver battuto ai supplementari la Nigeria agli ottavi e aver messo ko poi Spagna e Bulgaria). Arrigo smentisce di aver pianto dopo la sconfitta: «Smentisco. La mia cultura mi fa valutare nel giusto modo anche un secondo posto. Quella nazionale fu una squadra eroica. Tutti diedero quel che potevano dare. Il giovedì e il venerdì prima della finale, non li feci allenare. Erano distrutti dal clima infame. La nostra politica, sportiva e non solo, aveva fatto pressioni sulla Fifa per farci giocare sulla costa Est degli Stati Uniti, dove c’erano un caldo e una umidità bestiali, perché là si trovavano le comunità italiane più numerose. Comunque, il Brasile giocò meglio di noi. E sul podio, ero sereno. Senza lacrime».
Arrigo Sacchi su Antonio Conte
Sacchi su Antonio Conte. «Ne ho stima. Vero, non gioca il mio calcio ideale. Ma riconosco in lui la mia stessa intensità, la stessa passione che mi animava. Ha il fuoco dentro. Gli auguro di non bruciarsi, di gestire i propri demoni interiori meglio di quanto sono riuscito a fare io».
Arrigo Sacchi su Sarri, Gasperini e gli allenatori italiani che stima di più
Gli allenatori italiani che stima più Sacchi? «Apprezzo molto Sarri. Scorbutico e scontroso fin che si vuole, ma bravissimo. Poi, Gian Piero Gasperini, uno che ha coraggio e pensa anche lui al collettivo e non ai singoli. Ma la cosa bella è che ce ne sono tanti, anche meno celebrati. Aurelio Andreazzoli dell’Empoli e Vincenzo Italiano della Fiorentina, ad esempio», sottolinea al Corriere della Sera. E una menzione speciale... «Qualche anno fa, proprio dove lei siede ora, c’era un ragazzo che mi portò le videocassette del Foggia, la squadra che allenava in serie C. La sera dopo, chiamai il mio amico Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo. Ti ho trovato il tecnico che cercavi, gli dissi. Roberto De Zerbi sta diventando sempre più bravo».
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Arrigo Sacchi sull'addio Milan-Maldini e su Rafael Leao
Sacchi sul Milan attuale. «Mandare via Paolo Maldini è stato un atto contro natura. Prendere 6-7 nuovi stranieri in una sola volta invece è un azzardo, soprattutto in una squadra con pochi italiani. Hanno bisogno di tempo per inserirsi, e per capire». Arrigo è stato severo recentemente nei suoi giudizi su Rafael Leao. Il leggendiario ex allenatore del Milan sottolinea e spiega il perché: «Non sopporto chi non sfrutta appieno il proprio talento. Quel ragazzo ha qualità evidenti, ma sta raccogliendo meno di quanto potrebbe. Nel calcio, la testa va allenata non solo per colpire la palla».