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Var, come funziona. E quando arriva in serie A quello a chiamata
Video Assistant Referee, ossia Var: ecco i soli 4 casi in cui può essere usato. Il numero uno degli arbitri spiega i dettagli legati all'arrivo del Var a chiamata

Var, come funziona e cosa significa
VAR. E' uno dei termini più usati prima, durante e dopo le partite di calcio, visto che si tratta di uno strumento usato dai giudici di gara per esaminare situazioni dubbie nelle partite. L'International Football Association Board diede il via alla nuova era il 6 marzo 2016.
Intanto si tratta di un acrononimo inglese: Video Assistant Referee, ossia «arbitro di assistenza video» o «arbitro di videoassistenza».
A esso va aggiunto un secondo acronimo: AVAR che vuol dire Assistant Video Assistant Referee, ossia assistente del VAR. Si tratta dei giudici di gara che esaminano le situazioni dubbie della partita tramite l'ausilio di filmati.
Var, quando si usa
Ci sono solo quattro tipologie di casi che permettono l'uso del Var.
- assegnazione di un gol;
- assegnazione di un calcio di rigore;
- espulsione diretta (non quella per somma di ammonizioni);
- errore di identità (scambio del calciatore da ammonire o espellere con un altro)
Var, Avar e arbitro, la procedura
- VAR e l'AVAR informano l’arbitro su una decisione presa in campo che potrebbe essere rivista
- VAR e l'AVAR rivedono le immagini video e spiegano all'arbitro la dinamica dei fatti
- l’arbitro può rivedere il video a bordo campo. La decisione finale spetta solo a lui
Var a chiamata, quando arriva in serie A
Recentemente si è parlato dell'introduzione del Var a chiamata da parte delle squadre in campo.
"E' stata inoltrata all'IFAB la richiesta Federale. Per l'FVS, così si chiama, non c'è una sala VAR come quella di Lissone ma uno schermo sul campo e, oltre alla revisione arbitrale, c'è la possibilità della segnalazione da parte del tecnico o del capitano, per segnalare qualcosa che sia sfuggito all'attenzione dell'arbitro. L'idea è quella di concedere due challenge per partita, che si rigenerano ogni qualvolta la segnalazione ha colto nel segno. Un club deve uscire dal terreno di gioco senza la sensazione di aver subito un'ingiustizia", ha spiegato Antonio Zappi, nuovo presidente dell'Associazione Italiana Arbitri (AIA) in un'intervista a TMW Radio, durante Maracanà.
Ci si aspettava passi in avanti sui falli di mano e sul protocollo da parte dell'IFAB: "L'idea di poter eliminare l'interpretazione arbitrale è impossibile, la tendenza è di cercare la massima uniformità possibile ma un margine di opinabilità rimane sempre. Noi dovremmo cominciare però ad essere d'accordo su ciò che è già codificato. Ciò detto le interpretazioni soggettive avranno sempre un margine di opinabilità, ma ci sono cose ormai codificate che non vengono recepite così dalla comunicazione", ha sottolineato a TMW Radio. VAR a chiamata in Serie A, quando ci arriveremo? "La Federazione a inizio stagione ha fatto richiesta. Difficile che ci sia a breve, ma il FVS può essere una sorta di primo passo in quella direzione. Il passaggio culturale è importante - le parole di Antonio Zappi - Che il capitano possa segnalare la verifica di un fatto sul terreno di gioco vuol dire che questa protesta viene canalizzata in altra maniera, più civile. E va nella direzione del VAR a chiamata".