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Tav e Tap sono sviluppo, come l’Autosole negli anni ’60

Daniele Rosa

Le grandi opere infrastrutturali sono il futuro del Paese.

Negli anni 50 l’Italia è ripartita dalla guerra e con tanta fiducia , sforzi e coraggio nel giro di un ventennio è diventata la sesta potenza industriale del mondo e il secondo paese manifatturiero in Europa.

 

E questo grazie a italiani che guardavano avanti, a imprenditori visionari e a politici lungimiranti.

 

Tutta questa energia si è trasferita e concentrata sulle opere pubbliche, nella creazione di aziende e verso strategie di medio e lungo termine.,

Tav e Tap opere di sviluppo del Paese

In questo volano di attività virtuosa che ha permesso allo Stato di investire sono nati, nel 1964, i quasi 800 km della spettacolare opera viaria che va sotto il nome di Autostrada del Sole, per tutti Autosole che ha collegato il Paese dal nord al sud. Un’Italia unita alleno dal punto di vista dei collegamenti.

 

Ora l’Autosole sembra una realtà normale una consuetudine, ma qualcuno provi ad immaginare cosa sarebbe successo se quest’opera, ciclopica per l’epoca, non sarebbe potuta essere realizzata. Non si sarebbe potuta fare solo perché ‘quattro politici di belle speranze’ avessero deciso di relegare il paese nei confini quasi medioevali di prima della guerra.

 

Un dramma vero e solo perché nessuno di questi, magari carenti di esperienza, aveva avuto una visione di ampio respiro.

 

Tav e Tap opere di sviluppo del Paese. Le grandi opere bloccate

Ecco lo stesso rischio sta avvenendo oggi con le attuali politiche grilline. E’ inquietante vedere come  si intenda bloccare parte dei grandi investimenti infrastrutturali del Paese.

 

Fa venire i brividi pensare che un paese che, già all’epoca dei romani, aveva costruito la sua grandezza sulle imponenti opere pubbliche, quelle vie che ancora oggi rimangono direttrici fondamentali per l’economia del Paese.

 

Pensare che giovani che dovrebbero avere visioni ‘visonarie’, immaginino invece lo sviluppo fatto solo di stop e blocchi. Insomma una decrescita infelice.

 

Detto questo Tav e Tap sono un qualcosa di imprenscindibile allo sviluppo del Paese.

Su questo il secondo azionista di riferimento del Governo, la Lega di Matteo Salvini, non può’ abdicare lasciando che vengano bloccati lavori già portati avanti da tempo.

 

E questo nella consapevolezza che le grandi opere pubbliche saranno la linfa vitale di un Paese che deve continuare nello sviluppo e non rinchiudersi in progetti di assistenzialismo. La seconda opzione porta solo a ulteriore povertà e disastro economico che pagheranno domani i giovani di oggi.