Viaggi

Avella, la città che parte dal passato ma con lo sguardo rivolto al futuro

Eduardo Cagnazzi

Nota per la coltivazione e la lavorazione della nocciola, si propone al turismo americano con un ventaglio di proposte basate su cultura, arte e enogastronomia.

Per la prima volta Avella apre le sue porte al turismo americano. L’iniziativa è del Siat, l’ufficio turistico del Comune del Parco del Partenio nel cuore della Campania, e di Acheoo Viaggi di Baiano, specializzato nel turismo incoming d’elite, e di Sophia’s Travel, uno tra i 25 tour operator più importanti del mondo. Non solo nocciole (Avella è nota per essere la città di questa pianta coltivata già nell’antichità), ma archeologia, strade del vino nei borghi della verde Irpinia e castelli. Siat e Acheloo propongono un tour che comprende le basiliche paleocristiane di Cimitile e gli altri paesi inseriti di recente in un distretto turistico e tutti collegati da avvenimenti storici che hanno caratterizzato la Campania Felix. Avella potrebbe così diventare un luogo di interesse comune sia per visitatori e turisti che intendono visitare l’Irpinia che quelli attratti dalla bellezza di Napoli e il suo circondario. Un ruolo strategico per la cittadina archeologica  lo sta assumendo il Siat (Servizio di informazione e accoglienza turistica) istituito dal Comune di Avella e dalla Fondazione Avella Città d’Arte e  composto da professionisti del settore che giorno dopo giorno consolidano rapporti creando una rete di contatti solida. Si punta alla promozione  dei siti archeologici e dei prodotti locali. Nell’agenda del tour operator americano “Sophia’s Travel” , tappe all’Anfiteatro, alle Tombe Romane (nella foto), al Castello aragonese e al Palazzo Baronale. E poi visite alla aziende che si occupano di raccolta, lavorazione e trasformazione di nocciole avellane. Per gli amministratori e gli imprenditori locali, turismo e cultura, considerati valore aggiunto allo sviluppo, rappresentano il cardine di un progetto di rigenerazione urbana che intende qualificare maggiormente la città millenaria: la necropoli monumentale sviluppata tra la tarda civiltà ellenistica e la prima età imperiale; l’anfiteatro romano edificato nel I secolo avanti Cristo sui resti di abitazioni sannitiche che fungeva da sede per i giochi gladiatori, per la caccia alle fiere e alcune volte per spettacoli consistenti in battaglie navali;  il castello-fortezza costruito nel VII secolo sulla sommità di una collina dai longobardi per il culto verso l’Arcangelo. E poi, l’antiquarium dove sono esposti 20mila reperti tra vasi, oggetti votivie corredi funerari risalenti alle prime fasi insediative preromana e romana. E a testimonianza della ricchezza della fede degli avellani nel corso dei secoli sono numerose le cappelle e le chiese, tra cui una costruita sulle rovine di un palazzo gentilizio di epoca romana. Infine, l’enogastronomia, strettamente legata al territorio, con le sue eccellenze della terra. Un ventaglio di proposte per una città che guarda al futuro.