Viaggi
HospitalitySud, l'Abbac agli operatori: prevalga il buon senso per le disdette

Il Coronavirus sta generando confusione nei viaggiatori. Picarelli: "Servono voci titolate contro allarmismi. Si rischia la chiusura delle aziende"
Coronavirus, cancellazioni di prenotazioni, rimborsi e penali. Da HospitalitySud -l’unica rassegna del Sud Italia riservata al mondo dell’hotellerie e dell’extralberghiero- che chiude i battenti oggi a Napoli, l’Osservatorio turistico extralberghiero italiano (Abbac) fa sapere come agire a richieste in merito a cancellazioni di prenotazioni ed applicazioni di penali che non riguardano la zona rossa e i Paesi esteri coinvolti dal contagio e per i quali le piattaforme online hanno proceduto ad estendere causa di “forza maggiore”. Le procedure per “cause di forza maggiore”, rileva l’Abbac-Otei, sono seguite anche per gli ospiti soggetti ai divieti di viaggio applicati alle persone che hanno visitato di recente le zone colpite dal virus, nella maggior parte dei casi, negli ultimi 14 giorni. Tali restrizioni, al momento attive in più di 60 Paesi, possono includere il divieto di immigrazione, l’obbligo di quarantena all’arrivo o la sospensione del visto rilasciato all’arrivo. Il consiglio è di evitare contenziosi, verificare i periodi di tolleranza offerti per la cancellazione ed attenersi al buon senso in caso di prenotazioni non rimborsabili. Anche in caso di tariffe non rimborsabili, gli ospiti potranno chiamare o inviare email all’assistenza per richiedere di cancellare la prenotazione gratuitamente.
Per risparmiare tempo per queste cancellazioni, l’organismo fa presente che molte piattaforme, compreso Booking, hanno attivato lo strumento Eccezioni per la penale di cancellazione che permette di pre-approvare l’annullamento delle penali nel caso di disdette. E per stabilire quali prenotazioni possono essere cancellate senza penali, va selezionato l’intervallo di tempo che può intercorrere tra la prenotazione e la cancellazione.
In proposito, il presidente dell’Abbac e coordinatore nazionale extralberghiero, Agostino Ingenito (nella foto), ha detto di aver inviato una nota alla presidenza del consiglio dei ministri e al Mise per richiedere di valutare estensione di eventuali benefici anche alle imprese ricettive che non sono coinvolte direttamente al momento della zona di sorveglianza. “Siamo consapevoli che non ci sono risorse infinite, ma è anche vero che lo stato di emergenza che ha imposto il governo ha generato panico nel mondo, determinando cancellazioni anche da chi non proviene da Paesi contagiati e diretto verso nostri territori non coinvolti dalla quarantena. Molte nostre imprese ed operatori hanno come unico sostentamento economico, il guadagno provenienti da pernottamenti e servizi di alloggio e il rischio è ritrovarsi con molte ripercussioni anche in merito a mutui, prestiti già contratti e costi di gestione”.
Ingenito ha dichiarato che le procedure relative alle cause di forza maggiore sono state prolungate fino al 31 marzo 2020 per tutti i viaggiatori provenienti dalla Cina continentale e per tutte le strutture situate in quel Paese. E, sempre a partire dal 1° marzo 2020, le procedure per causa di forza maggiore non saranno più applicate per i viaggiatori provenienti da Hong Kong e Macao. In caso di restrizioni di viaggio formali tra Hong Kong/Macao e uno specifico Paese di origine/destinazione che impedisca a un ospite di viaggiare, allora le procedure per causa di forza maggiore devono essere applicate alla prenotazione interessata. Tali restrizioni, al momento attive in più di 60 Paesi, possono includere il divieto di immigrazione, l’obbligo di quarantena all’arrivo o la sospensione del visto rilasciato all’arrivo.
In merito a quanto si sta verificando in Italia a seguito dell’allarmismo sempre più diffuso, l’ideatore e direttore di HospitalitySud, Ugo Picarelli, ha dichiarato che il Sud continua la sua vita quotidiana. "Ma se non ci saranno voci titolate e guida nel contrasto di questo scellerato allarmismo c’è il rischio di soccombere in una crisi che avrà l’effetto devastante di far chiudere aziende e perdere posti di lavoro”.