Viaggi
Storia, cultura, ruralità, cibo. Ecco l'offerta turistica che promuove Avella
Una serie di iniziative del Siat per rilanciare l'antica città irpina di origine osco-sannita. Un percorso che costituisce il valore aggiunto dello sviluppo
Nuove esperienze tra storia, arte e ruralità. Ruota attorno a questi tre percorsi l’offerta turistica per chi si reca quest’anno in visita alla città museo dell'irpina Avella. Un’offerta più ampia rispetto al passato, che prevede non solo tour verso i siti archeologici di epoca romana, come i mausolei e l’anfiteatro, ma anche al castello longobardo e visite guidate alle aziende locali della lavorazione e della trasformazione della tipica nocciola avellana, dell’aglio orsino, del cioccolato, miele, prodotti caseari, olio. Un’offerta variegata quella messa a punto dal Siat, l’ufficio turistico avellano guidato da Michele Amato e Nelly Russo, che prevede non solo visite nel centro storico, ricco di chiese e antichi edifici, come il Palazzo Baronale Alvarez de Toledo, ma anche fermate alle tipiche botteghe artigiane dei salumi. E, nei dintorni, al Santuario di Mugnano del Cardinale, costruito nel 1641 per custodire le reliquie di Santa Filomena, e al Palazzo Caravita di Sirignano, di epoca normanna, restaurato alla fine del 1800 dal principe Giuseppe Caravita, ed elevato a luogo di ritrovo e meta della nobiltà napoletana e di letterati dell’epoca, tra cui Salvatore Di Giacomo, Enrico Caruso e Eduardo Dalbono. Un percorso turistico che spazia tra storia, arte ed enogastronomia, tre elementi che costituiscono il valore aggiunto dello sviluppo della città: la necropoli monumentale edificata tra la tarda civiltà ellenistica e la prima età imperiale; l’anfiteatro romano costruito nel I secolo avanti Cristo sui resti di abitazioni sannitiche che fungeva da sede per i giochi gladiatori, per la caccia alle fiere e alcune volte per spettacoli consistenti in battaglie navali; il castello-fortezza costruito nel VII secolo sulla sommità di una collina dai longobardi per il culto verso l’Arcangelo. E poi, l’antiquarium dove sono esposti ventimila reperti tra vasi, oggetti votivi e corredi funerari risalenti alle prime fasi insediative preromana e romana. Infine la gastronomia, strettamente legata al territorio, con le sue eccellenze. Prima tra tutte la nocciola. Un ventaglio di proposte, quelle del Siat, per un territorio che intende investire sulla sua identità guardando al futuro.