Aiuti di Stato e multinazionali nel mirino delle autorità UE
Le autorità UE sono molto preoccupate per gli eventuali sussidi che governi nazionali potrebbero fornire indebitamente alle Banche in difficoltà. Questa è anche la posizione assunta dalla commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager.
In Italia gli occhi sono puntati ovviamente su Monte dei Paschi, anche se in effetti l'Istituto senese sta cercando di risolvere il problema dei crediti deteriorati senza un intervento diretto dello Stato.
Ma l'Italia non ha ancora concluso il difficile iter di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara, di cui si ipotizza da tempo la vendita, per recuperare almeno parte dei circa 4 miliardi di euro sono stati bruciati per il loro salvataggio.
Secondo Reuters sembra che i soggetti interessati abbiano presentato offerte più basse del previsto per via dei timori di ulteriori problemi legati alle sofferenze. Una nota delle quattro Banche apre alla possibilità che nel processo di vendita vengano scorporati e ceduti i crediti deteriorati.
"Dobbiamo seguire attentamente gli aiuti alle Banche", ha detto Vestager a una conferenza organizzata dall'International Bar Association, senza comunque citare alcuna banca. "Le nostre regole sugli aiuti di Stato hanno lo stesso obiettivo: assicurano che i sostegni pubblici non sostituiscano gli investimenti privati e che non costituiscano benefici iniqui per alcuni", ha aggiunto la commissaria.
Ormai negli ultimi otto anni per via della crisi finanziaria tutti i governi hanno versato miliardi nelle banche dei diversi Paesi europei, che a loro volta hanno dovuto vendere attività non core, sospendere i dividendi e bloccare le acquisizioni come contropartita dell'assenso dell'Unione Europea ai loro piani di salvataggio.
Ma la commissaria UE Margrethe Vestager non si limita a bacchettare il sistema bancario. Anche le multinazionali, siano esse legate o meno al mondo della finanza, sono sotto esame per evitare che facili escamotages possano portare a una sorta di autoriduzione delle tasse da parte di molte importanti realtà europee.
Il mese scorso il quotidiano La Repubblica si chiedeva se far pagare le tasse alle multinazionali possa indurle ad abbandonare l'Europa o addirittura trasferire le sedi in Gran Bretagna, appena uscita dall'Unione. In questo caso la commissaria UE Margrethe Vestager aveva commentato: "Negli ultimi due anni la politica britannica in materia fiscale è diventata molto più ambiziosa sul far pagare a ciascuno la propria giusta parte di tasse. Credo che ormai si stia formando una comunità fiscale globale. La lotta ai paradisi fiscali che non ne fanno parte è sempre più dura. Dopo i sacrifici imposti dalla crisi, l'opinione pubblica mondiale non accetta più che ci siano imprese che non pagano la loro giusta quota di imposte".
Ma, si chiedeva ancora La Repubblica, nel caso di concordati fiscali, come quello in Italia con Apple, certamente molto generosi, si possono configurare le caratteristiche di aiuti di Stato?
"In linea di massima no, perché in molti Paesi la legislazione prevede questo tipo di concordati" afferma Margrethe Vestager. "Ma certo, se vedessimo un'impresa molto grande pagare una miseria in tasse sulla base di un concordato, cominceremmo a fare domande".
Paolo Brambilla