Finanza
Bankitalia: migliora la stabilità finanziaria
Nell’area dell’euro e in Italia la ripresa dell’attività produttiva e gli interventi di politica monetaria in questi ultimi mesi del 2015 concorrono a limitare i rischi per la stabilità finanziaria, ma l’inflazione resta particolarmente bassa e il rallentamento dell’economia cinese rende lo scenario internazionale più incerto. In Italia migliorano le condizioni finanziarie delle famiglie (il debito resta contenuto nel 63% del reddito disponibile) e, in presenza di un lieve aumento dei margini di profitto, si riduce il numero di aziende vulnerabili pur rimanendo queste esposte ai rischi di un’evoluzione sfavorevole delle condizioni macroeconomiche.
Migliorano le condizioni di accesso al credito in Italia. Lo scostamento della variabile credito/PIL adesso è fortunatamente inferiore a quanto dovrebbe essere e non indica rischi per la stabilità finanziaria, pur rimanendo invece nell’area euro il rischio derivante dalla bassa inflazione.
Dopo le tensioni osservate nei mesi estivi le condizioni di liquidità dei mercati finanziari sono tornate distese. Il graduale miglioramento dell’economia si riflette sui bilanci delle banche, per le quali crescono reddito e patrimonio, mentre si riduce l’esposizione ai rischi di tasso. Va però ricordato che gli interventi per salvare le banche hanno solo trasferito i rischi da altre parti, non li hanno di per sé eliminati. Le banche sono sì migliorate, ma i rischi restano elevati e gli utili hanno crescita bassa.
Le norme introdotte coinvolgono i finanziatori delle banche con una riduzione del sistema bancario nel suo complesso. Nel quadro generale l’Italia ha evitato l’indebitamento e si è così avviata a una ripresa. Il ROE delle banche aumenta dal 3,0 al 5,2%, però il costo del capitale per le banche è superiore. Fortunatamente l’aumento della capitalizzazione e il leverage dei principali gruppi bancari italiani sono maggiori della media europea.
“Si accentuano i rischi globali, ma in Italia la ripresa contribuisce alla stabilità finanziaria, per la prima volta da anni” conclude in Bocconi alla presentazione dei dati organizzata dal Baffi Carefin Centre il vice direttore della Banca d'Italia Fabio Panetta.
Non sembrerebbe esattamente dello stesso parere Franco Bruni, docente di Teoria e politica monetaria internazionale all'Università Bocconi, quando afferma: “La stabilità finanziaria in Italia è quasi una contraddizione in termini, e ha senso solo in relazione a una dimensione internazionale”.
Però poi nel corso della sua esposizione aggiusta un po’ il tiro: “Tutti i segni in effetti sono positivi, per l’Italia, ma l’indebitamento globale cresce ancora e il debito costituirà per molti anni a venire una minaccia alla stabilità”.
Un approfondimento su rimedi e mitigazioni al “troppo” credito sarà oggetto di un prossimo articolo.
Paolo Brambilla