Finanza

Nuove quotazioni nel mondo equity

Fare il 40% in un giorno sembra uno slogan, ma è quanto realmente accaduto al primo giorno di quotazione con Match, il sistema di micro pagamenti facente capo ad uno degli ideatori di Twitter, che ha proprio esordito così.

Ferrari si quota a Milano dopo l’esperienza positiva in USA con aperture a doppia cifra in guadagno e come lei sono molte le opportunità “incredibili” registrate negli ultimi tempi: ma attenzione non è tutto oro quel che luce. Da inizio del 2014 le IPO sul Nasdaq hanno perso oltre il 60%, magari dopo qualche giorno di euforia iniziale, e come non ricordare l’avvio di FaceBook con una perdita talmente significativa da finire in mano alla magistratura?

Per fare un po’ di chiarezza iniziamo a definire i mercati e le relative caratteristiche delle aziende che procedono alla quotazione (listing):

  • MTA: Mercato Telematico Azionario è il mercato tradizionale dell’azionario italiano che prevede un processo di listing complesso, che parte dall’analisi di tre esercizi (bilanci positivi), prevede un business plan, una serie di road show di presentazione alla comunità degli investitori, dei report redatti da analisti qualificati indipendenti ed una serie molto ampia di oneri di comunicazione. Il processo è attuabile quindi da aziende con almeno tre anni di storia positiva ed una serie di caratteristiche e di complessità che portano ad aziende di grandi dimensioni. In sintesi più sicuro, aperto anche ai profili di rischio più bassi, ma non si fa “il colpaccio”.
  • AIM: Alternative Investment Market è come dice il nome il mercato alternativo dove aziende giovani e dinamiche possono reperire capitali dal mercato. Si tratta comunque di un processo di listing complesso ed oneroso, ma accessibile ad aziende in crescita con minor storico di bilancio ed una dimensione decisamente inferiore. Qui “il colpaccio” è possibile, ma i rischi associati sono molto elevati per cui è dedicato ai profili di rischio più elevati.
  • Mercati esteri: vi sono mercati particolarmente idonei come Nasdaq e LSE AIM che comunque prevedono un processo formalizzato per il listing, magari meno oneroso di quello domestico e quindi accessibile ad aziende meno strutturate. Proprio per questo i rischi aumentano e se si aggiungono le difficoltà legate alla lingua, al diritto (common law) ed alla conoscenza del mercato, è da considerarsi un’opportunità per specialisti quali ad esempio gli erogatori della consulenza avanzata.

Esistono poi soluzioni esterne ai mercati tradizionali quali il crowd funding modello equity: il nostro Paese è il primo in Europa ad aver emanato una normativa (Consob) su questo argomento, il che consente alle start up, che in assenza di bilanci non potrebbero accedere ai mercati regolamentati, di reperire fondi sulla base del solo business plan.

Il legislatore sa benissimo che si tratta di investimenti ad altissimo rischio, ma ha compreso anche la necessità di accedere alla “crowd”, ovvero alla massa di pubblico retail, che con piccoli finanziamenti permette di raggiungere la capitalizzazione necessaria.

In questo caso non viene valutato il rischio, e la relativa appropriatezza per il profilo del cliente, ma l’ammontare assoluto limitando l’esenzione dalla profilatura MiFID per le operazioni fino a 500 euro con un massimo di 1000 euro annui per le persone fisiche, cifra decuplicata per le aziende.

“In un momento di ricerca di redditività - ci dice Renato Gandini di Consensus - si ha un forte effetto traino dei pochi successi eclatanti di guadagni a due o tre cifre percentuali ed il cliente retail tende ad illudersi che sia la norma: ma andando a vedere i dati in un orizzonte temporale un po’ più lungo la realtà è meno rosea. Certo dopo un periodo buio con un picco di zero quotazioni nel 2012, ci si vuole illudere che sia finita e si ricominci a guadagnare (ed è effettivamente possibile), ma capire i fondamentali, gli andamentali ed il business plan nel dettaglio, non solo premiare la buona idea, è l’unico modo di operare in modo razionale.”

Paolo Brambilla