Café Philo
"Giorello... mah". In Italia è scontro tra correnti filosofiche
"Sono andato in California per seguire le mie passioni e perché non condivido il metodo con cui vengono reclutati i docenti nel mondo accademico italiano". Dopo aver parlato a Filosofia sui Navigli, la colazione con dibattito della domenica mattina milanese, de Il bene e il bello (anche titolo del volume pubblicato per La Feltrinelli) il filosofo Ermanno Bencivenga racconta la sua esperienza al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino, lasciando trapelare anche un certo criticismo nei confronti del sistema universitario italiano in ambito filosofico.
"Mi sono laureato all'Università Statale di Milano, mi occupavo di 'logica libera' e, dal momento che il massimo esperto di questa disciplina era a Toronto, sono andato a proseguire i miei studi là. Così è cominciata la mia avventura americana. Poi mi sono trasferito in California e ora lavoro là, ma non sono un cervello in fuga, sono solo un intellettuale che ha fatto una scelta professionale". Poi commenta i filosofi italiani: "Ce ne sono in grande quantità ma di loro si sente parlare poco all'estero. In un libro di qualche anno fa, Il pensiero come stile, ho parlato dei 10 protagonisti dell'attività filosofica italiana che, però, si fermano a Croce e Calvino. Il problema è che spesso i filosofi italiani contemporanei si limitano a scimmiottare modelli di pensiero stranieri, heideggeriani o derridiani, mentre a me, pensando all'Italia, piacerebbe una filosofia più indipendente". E prosegue sulla facoltà milanese: "Oggi siamo nel pieno di una secessione interna che vede la contrapposizione di due gruppi ispirati a modelli culturali stranieri: uno si identifica con la filosofia analitica di stampo angloamericano, l'altro con il pensiero continentale di stampo letterario femminista ed è politicizzato". Una mappa delle scuole di pensiero? "Esiste una buona componente di filosofi ispirati a un certo heideggerismo, poi in misura crescente c'è chi si occupa di filosofia della scienza, un filone che è iniziato con Geymonat". Giorello? "Non ho nulla da dire su di lui".
Poi i temi diventano strettamente teoretici: "La filosofia serve a tutto perché è il nostro modo di liberare il pensiero e aprirlo a nuove avventure...". Si può trovare la verità? "Dipende da che cosa s'intende con questo termine. A me piace pensare alla verità come all'insieme di punti di vista e come al dialogo tra questi punti di vista". E, infine, sul significato del bene in questa epoca di disorientamento: "Credo che il bene sia l'apertura nei confronti dell'altro, secondo una logica rispettosa di tutti i punti di vista. Ogni parere illumina il fuscello o la trave che ognuno di noi ha nell'occhio".
Ermanno Bencivenga - Dopo la laurea in filosofia alla Statale di Milano, Bencivenga ha lasciato l'Italia, trasferendosi prima in Canada per gli studi di dottorato e poi negli Stati Uniti, dove ha intrapreso la carriera accademica insegnando, dal 1979, all'Università della California a Irvine. I suoi interessi di studio, nel corso del tempo, hanno riguardato la logica formale (negli anni settanta), la storia della filosofia (negli anni ottanta), l'etica, la filosofia politica.
Ha pubblicato numerosi testi sulla storia della filosofia e su specifici argomenti filosofici, come logica, estetica, filosofia del linguaggio, in forma dialogica (come in Philosophy in Play and Freedom), saggistica (Looser Ends, My Kantian Ways, Exercises in Constructive Imagination), trattatistica (A Theory of Language and Mind), con scrittura aforistica (Dancing Souls) o affrontando singole figure storiche (come in The Discipline of Subjectivity, Logic and Other Nonsense, Hegel's Dialectical Logic, Ethics Vindicated). Ha scritto inoltre diversi testi introduttivi alla filosofia e a sue tematiche, destinati a un pubblico più vasto, e alcuni libri di poesie.
Il bene e il bello, La Feltrinelli - Le immagini suscitano emozioni forti e fanno ribollire il sangue. Sono un vigoroso stimolo all’azione. Il modo in cui sono costruite, tagliate e contestualizzate afferma un progetto di mondo, di umanità e di rapporti interpersonali. Esprimono un’etica. L’esistenza stessa di quest’etica è minacciata da problemi apparentemente insolubili, di cui il principale è se gli esseri umani manifestino mai libertà nella loro azione. Attraverso numerosi esempi, anche grazie a importanti riferimenti filosofici – in particolare a Kant – Ermanno Bencivenga conduce una ricerca affascinante e approfondita, di carattere universale, alla scoperta del significato etico delle immagini.