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Abbonamenti, ecco quanto è costata la tariffa a 28 giorni
Il grande inganno: questo è stato uno dei termini utilizzato dai media per parlare del sistema di tariffazione a 28 giorni introdotto da alcuni operatori delle telecomunicazioni ed estesosi, nel corso del tempo, anche ad altri ambiti. L'intervento dell'Agcom sembra aver calmierato la situazione, ma in termini economici cosa significano quei 3 giorni in meno al mese per aziende e consumatori?
Un anno da 13 mesi
La prima differenza immediata è lampante: avere una bolletta da pagare ogni 28 giorni per abbonamenti a telefonia fissa, Internet, sim ricaricabili o a contratto significa aumentare una mensilità. In pratica, le aziende hanno furbescamente inventato un anno solare da 13 mesi, mentre ovviamente tutti gli altri sistemi (a cominciare da quello dei salari) restano fermi ai tradizionali dodici.
Un miliardo di euro in più per le compagnie
Più in dettaglio, una recente ricerca di SosTariffe ha fatto per così dire i conti in tasca alle stesse aziende, rivelando come la nuova fatturazione abbia generato qualcosa come un miliardo di euro di incassi per le società di Tlc, che in molti casi hanno "approfittato" del silenzio assenso dei clienti, apparsi addirittura ignari del grande affare che si svolgeva ai loro danni.
Procedure non sempre trasparenti
Non a caso, l'argomento è diventato di rilievo nazionale quando sono scese in campo le associazioni di tutela dei consumatori, che hanno protestato contro una tendenza diventata in pratica la norma, e che dal campo della telefonia si era estesa anche agli abbonamenti alla tv satellitare. A rendere ancora più beffarda la situazione è stato il comportamento delle stesse compagnie, che in molti casi non hanno aumentato il canone in modo chiaro e trasparente e non hanno offerto ai clienti la possibilità di rescindere il contratto, come invece dovrebbe avvenire in circostanze del genere, come spiegano gli esperti del sito RimborsoFacile.it, portale di informazione sui diritti dei consumatori, specializzato nelle pratiche di rimborso.
Con le bollette tradizionali si risparmiano 21 euro
Con lo stop da parte dell'Agcom e la possibile introduzione di un divieto per legge (si parla anche di un emendamento alla Legge di Bilancio 2018 che va in questa direzione) ci sono però spiragli importanti per gli utenti privati: secondo alcune elaborazioni, con il ritorno della fatturazione telefonica a 30 giorni i clienti con tariffe Fibra ottica o Adsl risparmierebbero più di 21 euro l’anno. Non proprio pochissimo, insomma, all'interno di un bilancio familiare che è già gravato da altri rincari.
Quanto costano le tariffe a 28 giorni
I risultati dello studio dimostrano che, in linea di massima, la più regolare fatturazione mensile porterebbe la spesa media annuale per abbonamento telefonico a 332 euro, a fronte dei 354 euro che sono necessari ora; l'introduzione della tredicesima mensilità nel settore delle offerte Internet per la casa invece ha alzato i costi del 7 per cento circa, a tutto beneficio ovviamente delle aziende TLC.
Possibili risparmi studiando le offerte
Inoltre, secondo gli esperti ci sono ulteriori margini per risparmiare, se si studiano con attenzione le offerte che gli operatori mettono in campo, soprattutto per il primo anno di abbonamento: un'indagine di SosTariffe sostiene che la quota di spesa si potrebbe ridurre del 57 per cento all'anno, se appunto le famiglie approfittassero a pieno dei benefici della liberalizzazione del mercato e della concorrenza nel settore.
Gli abbonamenti costano caro
In definitiva, dunque, in questo studio si sostiene che il mercato delle telecomunicazioni oggi offre un quadro piuttosto variegato: da un lato, è possibile spendere anche 518 euro all’anno per Adsl e fibra ottica, mentre prima del passaggio alle tariffe su base quadrimestrale si arrivava al massimo a 408, ma le simulazioni spiegano anche che è possibile sfruttare offerte più vantaggiose che possono ridurre la spesa di 224 euro all’anno.