Bce, i liberali tedeschi dichiarano guerra a Draghi
I liberali tedeschi mettono nel mirino le politiche fiscali di Mario Draghi e della Bce
Le mosse della Bce nel mirino dei liberali
Mario Draghi è sotto assedio. Questa settimana, il presidente della Banca centrale europea (Bce) annuncerà una continuazione dell'acquisto di titoli di Stato andando incontro alle critiche tedesche, in particolare a quelle dei liberali (Fdp). Secondo alcuni analisti, la critica da una parte è giustificata, perché la crisi finanziaria acuta nell'eurozona è superata, ma la Bce continua come se fosse tutt'ora in atto; d'altra parte, i tassi d'interesse sono ancora a zero e questo permette alle banche di avere un vantaggio sui depositi da pagare alla Bce stessa, contribuendo tuttavia ad un boom e a una bolla finanziaria che potrebbe presto scoppiare, anche in Germania, portando ad una crisi finanziaria. Idee costruttive per la stabilizzazione sostenibile della zona euro attualmente provengono principalmente dal presidente francese Emmanuel Macron.
I liberali tedeschi contro Draghi
In Germania una coalizione "giamaica" porrebbe un freno all'integrazione europea, soprattutto da parte dell'Fdp. Durante la campagna elettorale, i liberali hanno infatti assunto nei confronti dell'Europa una posizione simile a quella dell'ex ministro degli Esteri Hans-Dietrich Genscher, senza una messa in comune dei rischi e con una richiesta di pene severe per i Paesi in deficit, fino ad arrivare all'espulsione dall'unione monetaria. Il leader Christian Lindner è contrario inoltre al Fondo monetario europeo e a un'Unione bancaria. Inoltre, Lindner vuole tornare "al finanziamento statale e ad un'economia di mercato". Appunto contro la politica di Draghi. Fintanto che la zona euro rimarrà un'incompiuta la banca centrale deve agire con estrema cautela e dovrà badare più alle parti deboli dell'Unione più che alla media. Ma questa volta la Germania potrebbe davvero mettere nel mirino la poltrona di Mario Draghi.