Brexit, Cameron contestato davanti alla Confindustria Uk - Affaritaliani.it

Affari Europei

Brexit, Cameron contestato davanti alla Confindustria Uk

Emy Muzzi da Londra


Gli industriali britannici se la ricorderanno per i prossimi cinquant’anni questa conferenza annuale della Confindustria. La paternale di David Cameron gli ha mandato di traverso il caffè e croissant dell’elegante prima colazione al Grosvenor Hotel nel cuore di Londra. Dopo una carrellata di dati già noti su deficit e crescita, il Primo Ministro gli ha fatto una rampogna: dateci una mano e sosteneteci con il ‘minimum wage (aumento del minimo sindacale), e non discriminate chi chiede lavoro.

Chi ha un cognome non British o appartiene ad un background diverso da quello dei dominanti ‘white British’ e cerca lavoro è eliminato in partenza? La soluzione Cameron è la ‘Blind Application’: CV anonimi per aggirare quello che in poche parole è puro razzismo nella selezione del lavoro qualificato.

Silenzio in sala. A ravvivare l’atmosfera un po’ di maretta che ha rinfocolato il dilemma “Europa sì, Europa no’. Un manipolo di ‘protesters’ contro l’appoggio della CBI all’Unione Europea ha   cominciato a urlare “SHAME ON EU CBI’ “SAY NO TO EU TTIP”, prima fuori per poi continuare la performance all’interno con due delegati con tanto di badge falso al collo i quali hanno interrotto il discorso di Cameron. Il premier Conservative per la verità non è sembrato sorpreso; ha tenuto la scena chiedendo loro di rivorgergli una domanda invece di urlare, guadagnando un applauso.

L’evento rilanciato dalla BBC in prima pagina è la notizia del giorno assieme al solito commento sulla membership europea. Sono quei piccoli eventi che aiutano a dimenticare i fatti veri, come i dati sull’export non proprio confortanti e una crisi non ancora fuori dal tunnel. Dalla platea qualche industriale gli ricorda che la crisi non è finita e per alcuni non è possibile collaborare per sostenere l’aumento del minimo sindacale approvato dalla scorsa finanziaria.

Cameron rilancia con tre milioni di nuove apprenticeships finanziate dal governo, ma non convince neanche con la carrellata di slogan: "Vogliamo essere il governo che supporta di più in assoluto nella storia il business...voglio un’Europa più flessibile...gli investimenti in UK sono dieci volte maggiori rispetto al 2005, abbiamo tagliato il deficit del 50%...chi ha detto che non possiamo sopravvivere senza l’Europa? Del resto siamo la quinta potenza del mondo".  Sospeso tra un ‘ni’ al TTIP tra USA ed UE e fuori dal TPP, Transpacific Agreement Usa, Cina, Giappone, il Regno Unito rischia di perdere il quinto posto e non si sa ancora dove la stretta di mano con Xi, porterà il Regno di Sua Maestà Britannica ed i suoi industriali.